Alle 17.57 del 23 maggio i rintocchi della Risorta hanno ricordato Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, uccisi esattamente 30 anni fa da un attentato.
In piazza del Comune a Prato il sindaco Matteo Biffoni, assessori e consiglieri hanno ricordato le vittime della strage di Capaci, come è avvenuto in tanti Comuni italiani in contemporanea rispondendo all’appello di Anci. A suonare il silenzio il giovane Alessandro Guazzelli della Scuola di musica Verdi.«30 anni fa la strage di Capaci. Anche chi allora era un bambino ricorda lo sgomento e la rabbia di un intero Paese. L’eredità di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino è sempre viva, non passerà mai – ha sottolineato Biffoni -. Le iniziative nelle scuole, le testimonianze, il lavoro quotidiano servono per ricordare un esempio e ribadire quale sia la parte giusta della barricata. Questo è il nostro costante impegno».
Nella serata di ieri, 23 maggio, Report ha trasmesso un’inchiesta in cui si racconta che “A Capaci, Cosa Nostra non ha agito da sola: estremisti di destra e uomini di mafia, secondo testimoni e documenti ritrovati, sarebbero stati di nuovo insieme, dopo gli anni della strategia della tensione, in un abbraccio mortale costato la vita ai giudici Falcone e Borsellino. I due magistrati avevano il quadro completo, e oggi, tornando ad ascoltare collaboratori ed ex carabinieri, Report prova a ricostruirlo”.
Nella mattinata del 24 maggio il conduttore della trasmissione Sigfrido Ranucci ha raccontato su Facebook che è in corso una perquisizione dell’abitazione dell’autore dell’inchiesta e della redazione della trasmissione da parte dell’Antimafia.