Il 28 ottobre arrivano al Politeama Pratese Gianni Maroccolo e Antonio Aiazzi, due vecchie conoscenze del rock italiano (litfiba, cccp, csi) che all’inizio del 2021 hanno dato alle stampe il loro album “Mephisto Ballad”.
Dalla loro collaborazione, si legge nella presentazione, “nasce un album definito “tardodiscodark”. La musica prende l’abbrivio da un brano dei Litfiba intitolato E.F.S. 44, appartenente alla vena più sperimentale e oscura del gruppo, e dalla memoria di un’indimenticabile serata fiorentina, la Mephistofesta, svoltasi nel 1982. Solo l’abbrivio, però: nessuna nostalgia, né autocelebrazione. I tempi sono cambiati, e con loro la musica – si legge ancora – le sonorità proposte oggi dal duo evocano scenari più vicini a certo repertorio contemporaneo. Le sonorità sono ambient, spesso acustiche (il pianoforte la fa da padrone), minimaliste quanto basta e imbevute di elettronica. Ombre distanti di Philip Glass, Steve Reich, Terry Riley, Michael Nyman. Nulla di “leggero”, in senso musicale: anzi, un repertorio immersivo e coinvolgente, di grande potenza emotiva”.
E se non mancheranno omaggi alla storia del rock italiano, anche la scenografia del concerto si preannuncia come una cosa molto particolare: “Tutto accadrà dall’interno di bozzoli di tulle, sagomati e plasmati dalle luci e dalle immagini – si legge infatti nella presentazione – dentro i quali gli artisti attendono ciò che è lecito attendersi quando si sta in un bozzolo: nascere, o, meglio rinascere. A dispetto di Mephisto, con comprensione per il Dottor Faust, molte domande sul mondo, gli occhi alla musica, il cuore alla verità dell’arte. L’arte che non conosce né confini, né confinamenti”.
Prima del concerto, alle 19 nell’ex Chiesa di San Giovanni, la presentazione del libro “New Wave a Firenze – Anni in movimento” (ZONA Music Books 2019) di Bruno Casini. Ingresso libero.
“Dopo quarant’anni siamo ancora qui a parlare di quel vortice indimenticabile, di quel fenomeno straordinario che furono gli anni Ottanta a Firenze -dice Bruno Casini nella presentazione – Mi pongo una domanda: ma si è esaurito quel decennio? A me sembra che quelle atmosfere siano andate avanti, ovviamente in forme diverse, camaleontiche, nascoste, ho la sensazione che quel fuoco non si sia mai sopito, non si sia mai spento. Sicuro, molte cose sono cambiate, molti spazi e molte persone non ci sono più, molte etichette indipendenti sono ormai solo nella memoria collettiva, molti appuntamenti culturali sono finiti negli annali della storia, di tanti eventi resta traccia solo nei libri o in splendidi e colorati documentari. Eppure sento ancora vibrare questa città, avverto ancora tante occasioni formidabili pulsare nell’underground fiorentino”.