I Calibro 35 arrivano all’anfiteatro del Centro Pecci di Prato lunedì 12 con Momentum, il nuovo album, e il nuovo EP Post Momentum uscito in edizione limitata e in vinile bianco. Con una punta di campanilismo ricordiamo che i Calibro 35 sono autori della colonna sonora di Sogni di gloria, il film del collettivo Snellimberg.
I biglietti per il concerto, parte della rassegna Pecci Summer Live e in collaborazione con A-Live, sono ancora disponibili sul circuito TicketOne.
Abbiamo intervistato Tommaso Colliva e Luca Cavina.
Momentum era una riflessione sulla situazione attuale della musica, Post Momentum è stato definito il suo spin off. Potrebbe essere visto come una reazione alla pandemia e allo stop forzato che è stato imposto alla musica in tutto il mondo?
L: Sicuramente la pausa pandemica ha troncato sul nascere il tour di Momentum, lasciando in sospeso un discorso. Ci è sembrato sensato ritornare con un ep che lo riaprisse laddove era stato interrotto, aggiungendo degli elementi che completassero Momentum, con la consapevolezza delle riflessioni suscitate dalla pandemia, in particolare sul comportamento delle persone: se Momentum era un concept prettamente musicale su come un gruppo come il nostro, che utilizza ancora strumenti “anacronistici” come una chitarra, possa scrivere musica che suoni comunque “contemporanea” alludendo all’utilizzo massicio che si fa oggi di macchine, computer e sequenze, Post-Momentum pone l’accento su una meccanicità dell’uomo anche nel suo comportamento, come afferma Sophia, l’intelligenza artificiale che “rappa” su Being A Robot Is Awesome: “non credo che uomini e robot siano così diversi tra loro, per quel che posso vedere la maggior parte dei comportamenti di entrambi sono automatici”.
Post Momentum esce anche in vinile trasparente il 9 luglio, in edizione limitata da 1000 pezzi: come mai avete deciso di fare questa edizione da collezione?
T: Calibro appartiene al mondo del vinile dagli albori del progetto. Fin dal primo disco -uscito per Cinedelic – il nostro pubblico è stato formato da persone molto attente anche ai supporti attraverso i quali vengono a contatto con la nostra musica. Ben prima della cosiddetta “rinascita del vinile” abbiamo anche fatto un nostro giradischi per il Record Store Day proprio perché’ ci accorgemmo che c’erano persone che compravano i dischi senza possedere un giradischi!
Nel vostro ultimo EP collaborate con Ensi e Ghemon in Stan Lee, originariamente inciso con Illa J: cosa pensate della scena rap italiana?
T: Al nostro interno abbiamo opinioni MOLTO varie e differenti sul rap in generale e sul rap italiano per cui a questa domanda possono tranquillamente esserci 5 risposte ben diverse. Dipende di nostri background e dai nostri gusti personali ma credo sia anche un ottimo specchio di quello che il rap comunque è al giorno d’oggi: un tema che polarizza. Non a caso la collaborazione con Ensi e Ghemon nasce non “a tavolino”, non pensando “dobbiamo fare la cosa coi rapper” ma proprio perché con loro ci si è semplicemente trovati sulla stessa lunghezza d’onda e felici di condividere quello che sappiamo fare bene, ognuno il suo: noi la musica, loro le parole… e che parole!
Visto che il pezzo si chiama Stan Lee: qual è il supereroe preferito dei Calibro 35?
L: Personalmente mi piace il protagonista interpretato da Claudio Santamaria in Lo Chiamavano Jeeg Robot. A volte basterebbe anche solo uno “sfigato” qualunque, che pur con tutti i propri difetti e limiti intrinsecamente umani riuscisse ad incanalare i propri elementi di forza (ottenuti per uno scherzo della sorte) in qualcosa di buono.
Sarete a Prato il 12 luglio: perdonateci un piccolo eccesso di campanilismo perchè siete in ottimi rapporti con il collettivo John Snellimberg. Ci raccontate un po’ di questo rapporto col collettivo, e di come è nata la colonna sonora per Sogni di gloria?
L: Gli Snellinberg ci seguono dagli albori, quando ancora ci conoscevano in pochi, sono fra i primi che ci hanno invitato a suonare live nei loro Appuntamenti a Mano Armata. Sono un gruppo di persone amiche, appassionate (di musica e di cinema) e che riescono con mezzi anche limitati, in maniera artigianale e con spirito collaborativo ad ottenere ottimi risultati. Già solo per tutti questi elementi messi insieme non gli si può non voler bene. Come attitudine richiama di fatto quella di un certo cinema che noi stessi abbiamo omaggiato e per noi quindi è stato sempre molto naturale collaborare con loro.