Gli “Incontri con l’autore” della biblioteca Lazzerini tornano in presenza con un doppio appuntamento. Venerdì 14 maggio alle 17, la scrittrice e sindacalista Simona Baldanzi presenterà il suo nuovo libro “Corpo Appennino”, in compagnia di Andrea Bigalli, scrittore e giornalista. Sabato 15 maggio invece, alle 17.30, il curatore di Metastasio Jazz, Stefano Zenni, parlerà di “Dexter Gordon. Sophisticated giant” (EDT/Siena Jazz) di Maxine Gordon, accompagnato da Francesco Martinelli, che lo ha tradotto e curato. L’ingresso è su prenotazione, inviando una mail a [email protected]
“Corpo Appennino” racconta una camminata lungo i sentieri della storia, un viaggio da Monte Sole, in Emilia, fino a Sant’Anna di Stazzema, in Toscana, entrambi teatro di stragi nazifasciste. “Un intreccio di racconti tra monti intrisi di morti a lungo abbandonati, ma anche una pone anche una riflessione sul confronto tra l’estate del ’44 e le nostre estati, quelle fatte di decreti sicurezza e morti nel Mediterraneo – si legge nella nota di presentazione – O l’estate del 2018 dell’autrice, segnata da un intervento chirurgico alla testa che l’ha portata a rallentare, ad affidarsi agli altri, a mettere in discussione il bastarsi da soli. Corpo paese, corpo Appennino, corpi in cammino, corpo di una donna: ferite che si sovrappongono e si parlano. Muovere passi per trovare il posto alla memoria, riscoprire l’importanza del fare insieme per aggiustarsi, per insistere a cambiare le cose, per non stare a guardare e ascoltare invano. In attesa che il senso dell’utopia venga riconosciuto fra i sensi umani”.
“Dexter Gordon. Sophisticated giant” “è uno dei testi più profondi, sinceri e sorprendenti della letteratura contemporanea sul jazz – spiega la nota – Nelle parole di Maxine, che parteciperà con un contribuo video, quella di Dexter Gordon è «la storia della fenice che risorge: lui che torreggiava dai suoi due metri d’altezza, il simbolo del cool, il musicista che ha portato il linguaggio del bebop sul sassofono tenore, l’uomo che per un decennio è scomparso tra droga e prigione riuscendo poi a riemergere, il musicista che partì dagli Stati Uniti nel 1962 per tornare a New York, quattordici anni dopo, accolto da folle plaudenti». Una vicenda che in ogni pagina riflette l’amore per il jazz e l’instancabile ricerca artistica di una personalità gigantesca. Una vita che, nonostante tutto, lo stesso Gordon considerò una storia a lieto fine”.