Ricordare, ogni giorno, appena entrati a scuola. Ispirandosi alle pietre d’inciampo dell’artista tedesco Gunter Demnig, la scuola secondaria Leonetto Tintori dell’istituto comprensivo Roberto Castellani da tre anni ha lanciato l’iniziativa “mattonelle d’inciampo”.
Ogni anno, una mattonella nel corridoio principale della scuola viene dipinta per ricordare un deportato pratese nei campi di sterminio nazisti.
La prima mattonella dipinta nel 2019 fu dedicata a Roberto Castellani, reduce pratese dell’olocausto, sopravvissuto ai campi di concentramento di Mauthausen ed Ebensee, che dà il nome all’istituto pratese diretto dalla dottoressa Tina Abbate; nel 2020 è stata aggiunta quella di Mario Belgrado che il 16 dicembre del 1943 fu arrestato a Prato deportato e assassinato ad Auschwitz. Quest’anno, i vari distanziamenti non hanno fermato questa ormai tradizione e stamattina, mercoledì 27 gennaio, è stata aggiunta una nuova mattonella dedicata a Lia Sara Millul, pisana scappata a Prato e poi arrestata e deportata da Firenze nel 1943 anche lei ad Auschwitz dove troverà la morte.
Sopra ad ognuna è riportato il nome, la data in cui è avvenuta la deportazione e quella in cui è stata posta la mattonella.
“Un progetto fortemente voluto dai ragazzi e le ragazze per far sì che la Memoria non sia legata ad un giorno solo ma continuo e costante. Malgrado tutte le norme da rispettare, siamo riusciti ad organizzare un momento comunitario collettivo anche quest’anno”.
Questa mattina, i rappresentanti delle classi che fanno parte del parlamentino della scuola – l’organo di rappresentanza attraverso il quale alcuni alunni eletti si confrontano e discutono su tematiche a loro care legate alla propria scuola e alla città – hanno letto dagli altoparlanti della scuola alcuni brani legati a questa giornata: Elie Wiesel, Liliana Segre, Sami Modiani, Primo Levi.
A seguire è stato celebrato un momento di silenzio e dopo ogni classe in maniera scaglionata è andata nel corridoio sulla nuova mattonella. Che rimarrà lì a ricordare loro tutti i giorni che quello che è successo a quei loro concittadini, non dovrà accadere mai più.