L’edizione 2021 della guida Slow Food alle migliori osterie italiane è stata concepita durante l’emergenza sanitaria e quindi è un po’ diversa dalle altre. Sono sparite le “chiocciole”, il sistema con cui viene di solito giudicata la qualità dell’offerta, e non ci sono state cancellazioni, a parte quelle dei locali che hanno cambiato gestione oppure che hanno chiuso definitivamente.
Le osterie recensite sono in tutto 1697 in tutta la penisola e sono 119 gli indirizzi che ci compaiono per la prima volta. La regione più rappresentata è la Campania, seguita da Toscana, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto.
Tra le novità del 2021 compare il “Megabono“, aperto cinque anni fa da Renzo Bellandi in via Ser Lapo Mazzei. Slow Food cita la carbonara toscana (soprassata al posto del guanciale), sedani alla pratese e francesina come piatti da provare.
C’è poi una vecchia conoscenza della ristorazione pratese come “La vecchia cucina di Soldano” in via Pomeria, di cui viene segnalata la trippa alla fiorentina, il pollo fritto e i tortelli di patate al ragù.
Infine c’è l’Osteria su Santa Trinita, uno dei ristoranti più frequentati del centro storico e stabile nella guida delle migliori osterie italiane da ben sei anni.