Il Teatro Magnolfi di via Gobetti ospita, giovedì 22 ottobre alle 20,45, la prima assoluta di Tutta la vita, con repliche fino al 25 ottobre: feriali ore 20,45, sabato e domenica ore 16,30.
Prodotto dal Teatro Metastasio di Prato con La Piccionaia-Centro di Produzione Teatrale e Teatro Stabile del Veneto, Tutta la vita parla di un’improvvisa presa di consapevolezza: si può vivere tutta la vita, appunto, nella stessa città, nella stessa relazione e facendo lo stesso lavoro senza mai farsi domande, finché a un certo punto ci si chiede: perchè sono qui? Quando ho deciso che questa sarebbe stata la mia vita?
“Possiamo dirci di essere qui – nel nostro lavoro, nella nostra relazione, nella nostra città, in questo supermercato bloccati improvvisamente davanti a uno scaffale nella scelta impossibile tra due zuppe surgelate identiche – come conseguenza delle nostre storie passate, delle biografie, di dove siamo nati, delle scelte che abbiamo fatto nelle nostre vite fino a questa sera (“siamo qui perché è successo questo”); ma possiamo percepirci anche come punto di partenza del resto della nostra vita. – si legge nella presentazione dello spettacolo – E per passare dalla prima alla seconda modalità esistenziale, è necessario fare la cosa che come esseri umani siamo meno organizzati per fare: cambiare.
Il cambiamento fa paura, risveglia la nostra parte più fragile e conservatrice, che ha una solida lista di buone ragioni: “ormai è troppo tardi”; “ho investito troppo”; “non saprei cos’altro fare”; “da dove ricomincio”.
Com’è possibile aprire un dialogo con questa parte di noi?”
Tutta la vita è il primo spettacolo di una trilogia con tre domande impossibili come tema: in questo primo spettacolo è Come si vive con sé stessi, cui seguiranno Come si vive con gli altri e Che senso ha una vita con la morte alla fine. Sono tre domande che, dicono gli organizzatori, “sono quasi scomparse dal tempo presente. Crediamo che il teatro abbia la possibilità di riportarle al centro: alla rilevanza, e alla conversazione”.