night life
Centro Storico Prato - Luglio 2016 (foto d'archivio)

Il secondo Dpcm della settimana introduce nuove regole per ristoranti e locali che saranno in vigore da oggi, 19 ottobre 2020, fino al prossimo 13 novembre.

  • I servizi di ristorazione (bar, pub, ristoranti, gelaterie pasticcerie) possono rimanere aperti fino alle 24 (e riaprire dalle 5 del mattino) con consumazione al tavolo e con non più di 6 persone per tavolo.
  • La somministrazione in piedi all’esterno dei locali è consentita fino alle 18. Quindi dalle 18 in poi in poi solo consumazione al tavolo per tutti.
  • Tutti gli esercenti hanno l’obbligo di esporre all’ingresso del locale un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente all’interno, sulla base dei protocolli e delle linee guida in vigore.
  • La ristorazione con consegna a domicilio è consentita senza limitazioni, nel rispetto delle norme igienico sanitarie.
  • La ristorazione con asporto è consentita fino alle 24, con il divieto di consumare sul posto o nelle immediate vicinanze.

Durante la conferenza stampa, il premier Conte ha parlato esplicitamente della possibilità per i Comuni di chiudere al pubblico alle 21 strade e piazze dove si creano assembramenti.

Nel successivo Dpcm pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale non c’è però alcun riferimento ai sindaci e ai Comuni. Il testo dell’art. 1, comma 2bis è questo: “Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, puo’ essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, fatta salva la possibilita’ di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private”.

Ne è nata una polemica con Anci che accusa il Governo di scaricabarile e dice che l’ordine pubblico non è in carico dei sindaci e il ministro per gli Affari Regionali Boccia che replica “la norma che chiamava espressamente in causa i sindaci è stata smussata ma in ogni città se c’è un luogo da chiudere lo decide il sindaco“.