A Cantagallo è partito il salvataggio di una varietà di pomodoro che si trova quasi esclusivamente in Val di Bisenzio: il pomodoro “borsa di montone”.
L’appello è stato lanciato oggi, 14 ottobre, da Elisa Fabbri, assessore all’Ambiente e Sostenibilità del Comune di Cantagallo, Luisa Peris, fiduciaria della Condotta Slow Food di Prato, Simone Rossini ed Emilio La Corte, coltivatori-custodi locali impegnati con determinazione nella salvaguardia della varietà (nel corso della stagione ne hanno coltivati 1500 esemplari) e Luca Mori della Regione Toscana.
L’appello invita a coltivare il “borsa di montone” tutti gli agricoltori e gli appassionati di orto della Val di Bisenzio.
Il borsa di montone
“Grazie al lavoro del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Pisa è stato possibile definirne le caratteristiche morfologiche, escludendo l’esistenza della varietà con altro nome o di altre varietà simili a questa – si legge nella nota – Si è rinvenuta soltanto la testimonianza di una tesi di laurea del 2017 dell’Università di Firenze sul pomodoro chiamato “rugginoso” del Valdarno, coltivato negli anni Ottanta in alcuni orti, del quale però non si riusciva a rintracciare l’origine. Ora sappiamo che si tratta dello stesso pomodoro, fuoriuscito dalla Valbisenzio”.
Il “borsa di montone” è un pomodoro dalla buccia molto fine, con polpa carnosa e poco acquosa, particolarmente saporito. La forma è irregolare, abbastanza simile alla varietà Canestrino. Le striature biancastre lo rendono peculiare ed immediatamente riconoscibile, facendolo sembrare un pomodoro “malato”. Il sapore è ottimo, tuttavia la scarsa serbevolezza ne rende difficile la conservazione per più giorni, aspetto che ne ha ostacolato sicuramente la diffusione commerciale.
Indagine sulla storia di un seme
Tutto è partito dagli orti di Amerigo e Ademaro, dove negli ultimi anni hanno recuperato e intensificato la coltivazione di questa varietà. E che hanno anche raccontato come quel tipo di pomodoro è arrivato in vallata.
Si legge sul sito della Regione: “Questa varietà locale ci è stata segnalata presente in un’azienda agrituristica situata nel comune di Cantagallo, in provincia di Prato che coltiva questa varietà da circa 5 anni: le piantine gli sono state fornite, la prima volta, da un amico apicoltore di Vaiano, che lo chiamava pomodoro Tigrato di Luciana, piccolo borgo di case vicino a Vernio. Dopo aver apprezzato molto i frutti ottenuti da queste piantine, l’agricoltore in questione ha conservato i semi ed ha iniziato ad indagare sulle origini di questa preziosa varietà di pomodoro, senza però trovarne una simile a questa”.
“Allora, ritornando in quel piccolo borgo vicino a Vernio detto appunto “Luciana”, riuscì ad ottenere da una signora altri semi di quel pomodoro, chiamato da lei, Borsa di Montone. Utilizzando questo nome, nelle indagini successive, effettuate in zona, è emerso come questa varietà sia coltivata da decenni da molte famiglie in Val di Bisenzio. Tale varietà viene menzionata anche in una ricerca realizzata da una scuola media di Vaiano, sulle antiche varietà di piante tipiche del territorio. Le ottime caratteristiche dei frutti di questa varietà […] hanno aumentato l’interesse dell’agricoltore verso questa varietà che attualmente coltiva nella propria azienda e cerca di diffondere tra gli amici e altri agricoltori della zona, anche attraverso l’attività di un’associazione locale molto attiva sul territorio, l’Associazione Acquerino-Cantagallo. Grazie alle indagini condotte dall’agricoltore abbiamo conosciuto un altro agricoltore della frazione di Le Confina (Comune di Vernio), che coltiva questa varietà, e che ricorda che la stessa viene coltivata in zona da 70 anni; ha confermato inoltre che questo pomodoro è arrivato agli inizi degli anni ’50 del secolo scorso dalla Francia. Infatti, lo stesso si ricorda di aver avuto il seme da suo cognato, che abita a Campi Bisenzio, a cui era stato detto che questo pomodoro proveniva dalla Francia”.
“Questo pomodoro in zona viene chiamato Borsa o Tasca di Montone e tutti quelli che fanno lorto lo coltivano – si legge ancora nella scheda – La produzione delle piantine viene realizzata a livello famigliare, anche se esiste una modesta attività di commercializza delle piantine di questa varietà a livello locale. Un’altra interessante segnalazione di questa stessa varietà ci è stata fornita dall’Università degli Studi di Firenze, tramite una tesi di laurea dal titolo ”Caratterizzazione del pomodoro Rugginoso del Valdarno, una varietà da salvaguardare”. Dall’indagine storica condotta nella tesi emerge che questa varietà sia stata coltivata nella Valle di Sieci fin dagli anni ‘60; inoltre la caratterizzazione morfologica riportata evidenzia che le due segnalazioni riconducono alla stessa varietà, ossia al Pomodoro Borsa di Montone”.