Non chiamatela stagione. Quella presentata stamani in due stanze della protezione civile, in una i vertici del Met e della politica cittadina e nell’altra i giornalisti con un vetro nel mezzo, non è la nuova stagione ma il “primo momento teatrale” (della nuova stagione ndr) del Metastasio post-covid, che andrà da settembre a dicembre, per poi riprendere in un “secondo momento teatrale” (della nuova stagione ndr) da gennaio a maggio 2021, il cui programma verrà però presentato a fine ottobre 2020. E’ comunque meno complicato di quello sembra, ve lo assicuriamo. “Non potevamo chiamarla stagione – ha spiegato il direttore Franco D’Ippolito – nei mesi passati abbiamo ridisegnato il teatro e il modo di fare teatro, tra l’incertezza dei mesi che ci attengono e la convizione di essere teatro pubblico”.
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Nei mesi di chiusura il Metastasio non è quindi rimasto fermo ma ha deciso di rivoluzionare completamente gli spazi, adeguandosi alle norme sul distanziamento, e anche l’approccio stesso del teatro al prossimo futuro. Ci torneremo, ma la grande novità è la creazione di un gruppo artistico di 14 artisti, di cui fanno parte 10 attori scritturati per otto mesi sotto la guida di Massimiliano Civica daranno vita alle più disparate.
Il fil rose
Le platee del Metastasio, del Fabbricone e del Magnolfi sono state ridisegnate con la consulenza di Giulia Reali “non come spazi dell’emergenza ma come nuovi spazi, normali e diversi”, spiega la nota introduttiva del Met. La capienza è stata ridotta di un terzo: il Metastasio adesso avrà 200 posti (e molti tavolini), il Fabbricone 140 e il Magnolfi circa una trentina.
Il tema conduttore è il rosa. Sarà come essere in un enorme salotto, e sarà completamente diverso da prima. Lo sarà anche il Fabbricone, sulle cui gradinate “fluttueranno” delle poltroncine rosa.
Anche al Magnolfi infine la platea è stata ridisegnata privilegiando le tonalità del rosa.