“Vorrei che gli spazi del Politeama si aprissero alla città, creando anche nuove occasioni di incontro, ma lo spettacolo resterà il centro della nostra offerta”. In una conferenza stampa il presidente del Politeama Maurizio Nardi chiarisce quelle che sono le sue idee sul teatro pratese a seguito delle discussioni nate negli ultimi giorni, che hanno portato la questione anche in consiglio comunale.
Di ieri sera la presa di posizione chiara dell’assessore alla Cultura Simone Mangani, che si oppone a qualsiasi trasformazione del Politeama: “vorremmo che il Teatro si occupasse dei protocolli di sicurezza, dei progetti relativi alla riapertura, ad oggi possibile dal 16 giugno, della nuova conformazione delle sedute, dei dpi per i dipendenti e collaboratori, delle sinergie in ambito di spettacolo dal vivo, della possibilità per la Camerata di continuare a suonare sotto la cupola di Nervi (e di non dover traslocare altrove per una sala stravolta) e vorremmo che non si occupasse, invece, di idee un po’ aleatorie non condivise con tutto il consiglio d’amministrazione né, tanto meno, con i soci in sede assembleare. Lo scopo del Politeama è scritto nero su bianco. Quello è e quello è destinato a rimanere”.
“Sono perfettamente d’accordo con l’assessore – commenta Nardi – che ho provato a chiamare più volte in questi giorni senza alcuna risposta. Si tratta di una grande incomprensione: quelle da me comunicate alla stampa sono idee, frutto di un percorso che abbiamo lanciato alla città nelle ultime settimane, da quando sono stato nominato presidente del Politeama”.
La sala senza sedie
“Tutti gli anni, per questioni di restauro o messa a punto, togliamo le sedie della sala. Questo è successo negli anni anche in occasione di cene o iniziative in cui serviva l’intera sala: è un’operazione che costa poche centinaia di euro e che posso far rimettere domattina. In questo momento pensavo potesse essere interessante sfruttare questo spazio per attività culturali o didattiche da capire insieme alle realtà culturali della città”.
Il bar
“La formula del bar che abbiamo in mente è legata a quella dei principali centri culturali del mondo: la possibilità di poter accedere al bar, anche in momenti non strettamente legati agli spettacoli”. L’area del bar – e solo quella – sarà delimitata, avrà un accesso dedicato e non sarà collegata né alla sala del teatro né al foyer. “Ancora ci sono da fare tutte le considerazioni tecniche del caso, quindi non possiamo a oggi ipotizzare da quando sarà attivo”.
Gli spazi del teatro
“Abbiamo un ridotto gigante e meraviglioso, la sala, il palco, un archivio sterminato di materiale da poter mostrare alla città, sarebbe un vero peccato che questo archivio rimanesse chiuso. Se mettessimo a regime tutti gli spazi, avremo inoltre un polmone finanziario che ci permetterebbe di essere meno assillanti nei confronti del pubblico”.
Camerata Strumentale
“Mi sono confrontato negli ultimi giorni con i rappresentanti dell’orchestra e abbiamo pensato a qualche idea: per esempio sfruttare la platea vuota per le prove dell’orchestra, che in questo periodo deve sottostare ai distanziamenti di sicurezza”.
La nuova stagione
“Stiamo già lavorando ad organizzare la prossima stagione. Il 2020 sarà un anno critico, ma pensiamo di ripartire in qualche modo a fare spettacoli da novembre”
Consiglio di Amministrazione e Comune
Trai chiarimenti Nardi però qualche sassolino dalla scarpa se lo toglie: “ancora stiamo aspettando l’incarico da parte del Comune dei due consiglieri che gli spettano secondo la sua quota. Tutto il cda era stato informato che si sarebbero prese nuove misure per sfruttare il teatro nel suo complesso, quindi il lavoro sul bar e lo smantellamento – momentaneo – delle sedie. Non c’è più Roberta Betti, una donna straordinaria che ha guidato questo posto tenendo tutto sotto il suo controllo vigile: ho espresso a tutti i soci a più riprese l’invito a presentare idee, collaborazioni e sforzi maggiori per far sì che questo teatro diventi un luogo della collettività. Qualsiasi progetto verrà portato avanti solo se valutato positivo dal consiglio direttivo. Se poi qualcuno ha problemi con la mia persona e il mio incarico, sono disposto a parlarne”.