Nessuno può dirci come Leonardo Da Vinci avrebbe utilizzato una macchina fotografica, possiamo però immaginare che sicuramente l’avrebbe usata per indagare il mondo circostante. E sarebbe stato affascinato dal mix di conoscenze tecniche e di sensibilità artistica che ogni buon fotografo deve possedere.
E proprio dall’idea di associare il mondo leonardiano all’indagine fotografica nei campi che interessavano il genio Da Vinci nasce la mostra Leonardo 500, che si inaugura domenica 8 dicembre alle 17 alla Galleria dei Casone dei Bardi (fino al 29 dicembre, venerdì, sabato e domenica 16-19).
“Nell’anno del Cinquecentenario, Antonio Lorenzini (ideatore del progetto), Simona Capannoli, Cristina Corsi, Mario Cucchi, Gianni Lombardini e Gabriele Tartoni, si sono interrogati su alcuni aspetti della ricerca vinciana, e, attraverso alcuni spunti offerti dal Maestro, hanno intrapreso personali percorsi di indagine con il mezzo artistico a loro più congeniale: la fotografia”, aggiunge la direttrice della Fondazione CDSE Alessia Cecconi, che affiancherà alla mostra una serata su Leonardo il 20 dicembre (ore 21.15 – salone del Consiglio comunale) dal titolo Dentro Leonardo: uomo e natura nei disegni del genio.
I 6 fotografi hanno indagato aspetti diversi del genio leonardesco. L’ossessione per il volo, maturata fin dal primo periodo milanese, diventa il volano delle fotografie della senese Simona Capannoli. La passione per i cavalli e il loro movimento, che diventano puntuale oggetto di studio sia per il monumento a Francesco Sforza a Milano che per la fiorentina Battaglia di Anghiari, sono al centro delle suggestive immagini di Gianni Lombardini. All’uomo nel suo essere spirito e corpo, emozioni ed espressioni, uomo e donna allo stesso tempo sono rivolte le opere dell’aretina Cristina Corsi e del senese Antonio Lorenzini, tese entrambe, in modi diversi, alla narrazione di storie complesse di anime speciali. A un altro grande amore di Leonardo, ovvero l’indagine botanica e naturalistica è dedicato il lavoro di Gabriele Tartoni, originario della Valdibisenzio. Partendo dai calligrafici disegni botanici del Maestro, il fotografo cattura con l’obiettivo le piante oggetto di studio, restituendoci immagini di una natura intatta di cinquecento anni.
Infine una delle intuizioni più particolari di Leonardo in senso tecnico, ovvero il cuscinetto a sfera che verrà poi realizzato e perfezionato alcuni secoli dopo, è la molla d’ispirazione del milanese Mario Cucchi, che offre allo spettatore sei modi diversi di leggere un oggetto quotidiano indagato e riproposto con inaspettati risultati di bellezza visionaria e suggestione poetica.