Il Museo del Tessuto di Prato lancia Il Costume ritrovato, un crowdfunding per il restauro dei costumi della prima assoluta della Turandot di Puccini.
Un crowdfunding per restaurare i costumi della prima assoluta della Turandot di Puccini lanciato dal Museo del Tessuto di Prato e aperto da ieri, mercoledì 30 Ottobre: i costumi sono appartenuti alla celebre soprano pratese Iva Pacetti, e sono recentemente entrati nel patrimonio del museo dopo essere stati ritenuti scomparsi per decenni.
Il progetto di restauro, data l’importanza dei costui e del loro ritrovamento, riceverà anche il contributo della Regione toscana per 15.000 euro, ma l’intero progetto verrà a costarne oltre 35.000: per questo motivo il Museo del Tessuto chiede aiuto a cittadini, imprese, enti, associazioni e appassionati di costume, musica, opera lirica e moda a Prato e in tutto il mondo.
Il Costume ritrovato, questo il nome della raccolta fondi, durerà 40 giorni e punta a raccogliere 12.000 euro: come ogni progetto di crowdfunding prevede ricompense per chi partecipa, che vanno dai biglietti per il museo e le mostre del Museo del Tessuto e del Puccini Museum di Lucca ai cataloghi, foulard e sciarpe a tiratura limitata, inviti per inaugurazioni ed aperitivi esclusivi e, per aziende, enti ed associazioni la possibilità di usare la sala eventi del museo.
Al ritrovamento, al progetto di restauro e alle vicende che hanno portato i costumi al museo e sui quali il museo sta ancora indagando, sarà dedicata la serata di lunedì 11 Novembre alle 21: oltre a presentare il progetto saranno mostrati in anteprima assoluta i costumi prima del restauro e raccontato il modo in cui sono stati ritrovati. La serata prevede anche un contributo della Fondazione Puccini di Lucca su Puccini stesso e sulla Turandot, una serie di intermezzi di musica e canto curati dall’Associazione Perchè Verdi Viva dedicati al repertorio di Iva Pacetti e l’intervento dell’associazione Ex Allievi del Buzzi che ha supportato il prgoetto fin dall’inizio.
I costumi sono apparsi sul palco del Teatro alla Scala di Milano il 25 Aprile del 1926 per l’opera incompiuta di Puccini: i costumi per la Turandot furono realizzati dal costumista della Scala, Luigi Sapelli in arte Caramba, che trasformò in realtà la volontà di Puccini creando abiti ricchi e sontuosi ispirati all’oriente. Nel corso del tempo si perse traccia dei costumi fino a quando al Museo del Tessuto è stato proposto il contenuto di un vecchio baule appartenuto a Iva Pacetti: al suo interno c’erano gioielli, parrucche e abiti di scena, fra cui i due costumi della prima rappresentazione della Turandot in pessimo stato di conservazione dati il tempo, l’utilizzo e la fragilità dei materiali.