Il Centro Pecci ha presentato un intero programma di mostre per i prossimi dodici mesi in un percorso in cui fanno la parte del leone gli artisti italiani (con qualche piacevole eccezione) e la valorizzazione della propria collezione.
“Con il programma che annunciamo, il Centro Pecci conferma la sua missione di luogo di ricerca aperto alle contaminazioni, alla molteplicità di sguardi, al dialogo di più voci – spiega la direttrice Perrella nella nota inviata ai giornali – Creazione, conoscenza, innovazione sono obiettivi che il nostro museo si propone da sempre. L’intenzione è ora di perseguirli con un’attenzione particolare ai grandi temi del presente, alle “forze sismiche della contemporaneità”, convinti che l’arte possa darne una lettura illuminante”.
Continua la Perrella: “Festeggeremo con una retrospettiva progettata insieme all’artista stessa gli 85 anni di Simone Forti (Firenze, 1935), artista, danzatrice, coreografa, la cui famiglia era di Prato; e presenteremo il lavoro di Sister Corita Kent (Fort Dodge, Iowa, 1918 – Boston, 1986), suora della congregazione religiosa del Cuore Immacolato di Maria, artista, educatrice e attivista della giustizia sociale nella California degli anni Sessanta e Settanta. Vogliamo poi lavorare sempre più alla valorizzazione del nostro patrimonio, non solo le opere della collezione – protagoniste di una nuova serie di allestimenti a tema – ma anche gli archivi, la biblioteca, risorse preziose per la comunità che devono diventare sempre più accessibili e produttive in termini di ricerca generata. Il desiderio rimane quello di essere un centro di riferimento nazionale e internazionale per la creatività contemporanea ma anche di coinvolgere in modo attivo la comunità intorno al museo, di aprirlo alla città e farne uno spazio comune”.
Il programma
12 ottobre – 8 dicembre 2019
Eva Marisaldi. 15esima Giornata del Contemporaneo AMACI. A cura di Marta Papini
In occasione della mostra diffusa dedicata a Eva Marisaldi (Bologna, 1966) per la Quindicesima Giornata del Contemporaneo e promossa da AMACI (Associazione Musei Arte Contemporanea Italiani), il Centro Pecci ospiterà l’opera Untitled, 1999 che sarà esposta fino all’8 dicembre 2019 in dialogo con altre due opere dell’artista.
8 novembre 2019 – 3 Maggio 2020
The Missing Planet. Visioni e revisioni dei ‘tempi sovietici’
A cura di Marco Scotini e Stefano Pezzato. Progetto di allestimento di Can Altay. Programma di performance a cura di Camilla Mozzato.
Il primo di una serie di riallestimenti della collezione, pensati dalla direttrice Cristiana Perrella per rendere sempre disponibile al pubblico il patrimonio di opere del museo secondo percorsi tematici che ne approfondiscano i nuclei principali. Per The Missing Planet il curatore ospite sarà Marco Scotini che ha composto una ‘galassia’ delle principali ricerche artistiche sviluppate nelle ex repubbliche sovietiche, dalla Russia alle province baltiche, caucasiche e centro-asiatiche, dagli anni Settanta ad oggi, partendo dal vasto corpus di opere acquisite nella collezione del Centro Pecci in occasione delle mostre Artisti russi contemporanei nel 1990, Progressive Nostalgia nel 2007 e La fine del mondo nel 2016. Il progetto originale dell’allestimento è dell’artista Can Altay (Ankara, 1975), secondo la modalità di “appropriazione” e riconfigurazione di lavori altrui attraverso l’uso di dispositivi architettonici che ne indirizzino la visione tipico della sua pratica artistica.
8 novembre 2019 — 2 febbraio 2020
Luca Vitone. Romanistan
A cura di Cristiana Perrella e Elena Magini
Mario Rizzi. Bayt – Casa. A cura di Cristiana Perrella
A novembre vengono presentati anche i due progetti vincitori della quarta edizione del bando Italian Council del Mibac: Romanistan di Luca Vitone (Genova, 1964) e Bayt – Casa di Mario Rizzi (Barletta 1962). Romanistan di Luca Vitone è il racconto del viaggio compiuto da Vitone per ripercorrere a ritroso, da Bologna a Chandigar, il cammino di Rom e Sinti dall’India nord occidentale fino all’Italia. Sulle tracce di una migrazione, avvenuta tra l’VIII e il XIV secolo, l’artista approfondisce un interesse, quello per la cultura romaní, che è stato presente nel suo lavoro fin dagli anni Novanta. Accanto al film e all’installazione prodotti per l’occasione, la mostra presenterà una selezione di opere precedenti dell’artista legate al tema.
La mostra di Mario Rizzi, Bayt (“casa” in arabo), presenta la trilogia omonima di film, di cui The Little Lantern, prodotto grazie all’Italian Council, è il capitolo conclusivo dopo Al Intithar (L’Attesa, 2013) e Kauter (2014). L’intera trilogia contribuisce a dare una visione sensibile, profonda e complessa di temi quali l’identità femminile nel mondo arabo, il concetto di casa e di sradicamento, le spinte tra innovazione e conservazione che hanno percorso e percorrono il Mediterraneo.
12 dicembre 2019 – 27 gennaio 2020
Fabio Mauri. Che cos’è il fascismo
Reenactment della performance a cura di Cristiana Perrella e Elena Magini
Una produzione di Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Studio Fabio Mauri, Accademia di Belle Arti di Firenze. In collaborazione con il Teatro Metastasio, Prato e Arti e Spettacolo, L’Aquila. Regia di Giancarlo Gentilucci. Prima 12 dicembre, ore 21.00
Repliche 15, 22 dicembre; 5-12-17- 24 27 gennaio. La storica performance, presentata per la prima volta nel 1971 a Roma e non più rappresentata dal 1997, prende spunto dal ricordo della visita di Hitler a Firenze nel 1938 e consiste nella ricostruzione dei ‘Ludi Juveniles’ organizzati per quell’occasione. Riproponendo una realtà aberrante con le stesse modalità seduttive del passato, l’opera crea una sensazione fortemente respingente per il pubblico.
Febbraio 2020
Casa bella. Martino Gamper, Francesco Vezzoli e le ceramiche di Giò Ponti
A cura di Francesco Vezzoli. Casa bella. Martino Gamper, Francesco Vezzoli e le ceramiche di Giò Ponti.
Un dialogo tra le opere di Francesco Vezzoli e le ceramiche realizzate da Gio Ponti (Milano, 1891 – 1979) durante la sua collaborazione con la manifattura Richard-Ginori di Doccia (Firenze) di cui fu direttore. Francesco Vezzoli, interessato da sempre all’analisi della storia del gusto borghese, al modo in cui le sue evoluzioni segnano passaggi fondamentali dell’epoca moderna, rivelandone in controluce aspetti psicologici profondi, si focalizza su un elemento “anomalo” dell’attività di Ponti, noto per il rigore quasi anticlassicista delle sue architetture. Le linee sinuose delle sue ceramiche, ma soprattutto i decori, appaiono infatti molto lontani dal razionalismo senza fronzoli dei suoi lavori architettonici. Nella mostra le ceramiche di Ponti saranno accostate a sculture di Vezzoli, di cui una parte realizzate appositamente per la mostra, in un allestimento progettato da Martino Gamper (Merano, 1971), designer e artista noto per il suo irriverente approccio ai grandi classici del modernismo.
Primavera 2020
Il Centro Pecci presenterà il secondo allestimento della collezione secondo i suoi principali nuclei tematici, affrontando la relazione che lega linguaggio, immagine, azione e suono nelle ricerche contemporanee. Prendendo avvio dal nutrito gruppo di opere (più di duecento) di poesia visiva che fanno parte del patrimonio del museo, anche grazie alla donazione di Carlo Palli, la mostra traccerà un percorso che dalle neoavanguardie degli anni Sessanta arriva all’attualità.
Giugno 2020
Simone Forti. Senza Fretta. A cura di Luca Lo Pinto
Senza Fretta è la prima grande mostra in Italia dedicata a Simone Forti (Firenze, 1935) artista, danzatrice, coreografa, teorica la cui opera fondamentale ha ridefinito la relazione tra corpo e oggetti, movimento e scultura. La mostra, curata da Luca Lo Pinto e sviluppata in stretta collaborazione con l’artista, la cui famiglia era originaria di Prato, si propone di offrire una panoramica dell’ampia gamma creativa che ha definito i suoi oltre 60 anni di attività, presentando, tra l’altro nella sua interezza la seminale serie dei DanceConstructions. Senza Fretta è concepita come un grande paesaggio con uno speciale display progettato da Forti che esprime una cornice cronologica optando per una coreografia intuitiva, che mostra l’evoluzione naturale e lo scambio tra danza, film, disegno, suono e scrittura, in linea con la vocazione multidisciplinare del Centro Pecci.
Giugno 2020
Heroes and Sheroes. L’arte di Sister Corita Kent. A cura di Camilla Mozzato e Tommaso Speretta
La prima personale in Italia di Sister Corita Kent (Fort Dodge, Iowa, 1918 – Boston, 1986), suora della congregazione religiosa del Cuore Immacolato di Maria, artista, educatrice e attivista della giustizia sociale, che opera a partire dagli anni ‘50 in California, curata da Camilla Mozzato e Tommaso Speretta. Il lavoro di Sister Corita evolve da figurativo e religioso fino a incorporare immagini pubblicitarie e slogan, testi di canzoni popolari, versi biblici e letteratura, per diventare, a partire dagli anni ’60, sempre più rivolto ad una riflessione di protesta sulla povertà, il razzismo e l’ingiustizia.
Settembre 2020
Chiara Fumai. Poems I Will Never Release. A cura di Francesco Urbano Ragazzi e Milovan Farronato
La fine dell’estate 2020 vedrà l’apertura della nuova stagione espositiva con un’ampia retrospettiva dedicata all’opera di Chiara Fumai. La mostra sarà l’occasione per analizzare e approfondire la pratica radicale dell’artista e avrà un ruolo decisivo nell’indagine di una personalità che ha contribuito a sviluppare sia i linguaggi della performance sia l’estetica femminista del XXI secolo. Una co-produzione di Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato e Centre d’Art Contemporain Genève. In collaborazione con La Casa Encendida, Madrid e Kiosk, Ghent.