La salute dei fiumi e dei torrenti pratesi peggiora sempre di più. A dirlo all’inizio del mese di luglio un report di Arpat (azienda per la protezione ambientale toscana) sullo stato ecologico e chimico delle acque superficiali (fiumi, torrenti, laghi, lagune) del comprensorio pratese, raffrontato con un analogo studio per il biennio 2013-2015.
Se nel pistoiese la criticità è dovuta ai fitofarmaci, nel comprensorio pratese (Bisenzio e Ombrone) la situazione peggiora a causa soprattutto di mercurio, tributilstagno e acido perfluoroottansolfonico (PFOS).
Scrive Arpat: “Se, dal punto di vista ecologico, almeno i tratti di monte conservano caratteristiche tali da consentire il raggiungimento degli obiettivi di qualità, altrettanto non si può dire per quanto riguarda lo stato chimico: infatti la totalità dei corpi idrici monitorati presenta valori di inquinanti di origine antropica non compatibili con il Buono stato chimico.”
Arpat spiega anche che lo stato ecologico (rilevazione di elementi di qualità biologica – macroinvertebrati, diatomee, macrofite – D.M. 260/2010) è in linea con il resto della Toscana, dove solo il 33% dei corpi idrici fa registrare uno stato “buono, mentre quello chimico (rilevazione sostanze inquinanti) proprio no: nella nostra regione infatti circa il 63% dei corpi idrici ha un risultato “buono”.
La situazione è peggiorata negli ultimi due anni e su tutti i fronti meno uno.
Come funziona la valutazione
“La qualità dei fiumi si basa sulla valutazione dello stato Stato Chimico e dello Stato Ecologico che devono raggiungere lo stato di Buono previsto dalla suddetta Direttiva Quadro sulle acque – si legge sul sito di Arpat – La classe di Stato Ecologico è data dal risultato peggiore tra quelli ottenuti dalle componenti monitorate. Vale il principio quindi del “one out – all out”, cioè la classificazione viene determinata dalla componente che ottiene la classificazione più bassa. Analogamente per lo Stato chimico, il superamento di valori limite o della concentrazione media annua anche di una sola sostanza compresa nell’elenco degli inquinanti specifici del D. Lgs. 172/15 determina uno Stato chimico non Buono”.
Gli elementi inquinanti
Tributilstagno: Usato fin dagli anni ’60 del secolo scorso nelle vernici antivegetative per imbarcazioni, viene usato anche come antimicotico nell’industria tessile. “Estremamente nocivo per un ampio range di organismi, dai batteri ai mammiferi, inclusi gli esseri umani; uno degli effetti tossici più noti è il fenomeno dell’imposex, ossia la comparsa di caratteri sessuali maschili nelle femmine di molluschi gasteropodi gonocorici” (Ispra).
Perfluorurati: “Questi composti perfluorurati vengono impiegati, oltre che per i contenitori per alimenti e le superfici antiaderenti per le padelle, nell’industria tessile come impermeabilizzanti per l’abbigliamento, in particolare sportivo, e tra essi l’acido perfluoroottansolfonico (PFOS) è stato frequentemente rinvenuto sia nelle acque del Bisenzio che in quelle dell’Ombrone” (Arpat). La Danimarca ne ha appena vietato l’utilizzo.