museo della deportazione
Museo della deportazione di Figline - Interno

Oltre 7000 fra studenti e insegnanti in visita nel 2018, per 239 classi. L’insediamento del nuovo comitato scientifico. Il Museo della Deportazione e della Resistenza di Figline tira le somme dell’anno passato.

“Chiassosi e distratti, poi d’un tratto silenziosi e attenti”: è così che vengono descritti i ragazzi che, con i loro insegnanti, visitano il Museo e il Centro di documentazione della Deportazione e della Resistenza, uno dei punti di riferimento in Italia e in Europa per didattica e storia dove si è appena insediato il nuovo comitato scientifico, composto da studiosi di livello europeo e guidato dallo storico Marco Palla. Altre collaborazioni illustri sono quella con Aurora Castellani, presidente della Fondazione Museo e Cento di Documentazione della Deportazione e Resistenza, e Camilla Brunelli, che dirige il museo e il centro dalla sua nascita.

“Questa è una fase in cui c’è da investire ancora di più nella trasmissione della memoria e nella didattica per questo abbiamo chiesto che entrassero a far parte del comitato scientifico alcuni tra i più importanti studiosi italiani – ha detto Aurora Castellani – stanno scomparendo molti testimoni diretti e c’è la necessità di salvaguardare i messaggi preziosi che ci hanno affidato”.

Ecco i numeri: nel 2018 le classi che hanno visitato il museo sono state 239, e le persone che hanno fatto il biglietto, in larga parte giovani studenti, sono state 7000. Dal 10 Aprile 2002, giorno dell’inaugurazione, le persone che hanno visitato il museo sono state ben 85.000, fra visite guidate, individuali o percorsi didattici per scolaresche. I visitatori arrivano, oltre che da Prato, da Firenze, Pistoia e, spesso, dal resto d’Italia. Visitatori abituali sono anche gli studenti delle università americane con sedi a Firenze e Prato.

Il nuovo comitato scientifico, insieme a Marco Palla, vede l’impegno di storiche e storici di alto livello: Frediano Sessi, il maggior esperto della storia del campo di Auschwitz in Italia, il berlinese Klaus Voigt, conoscitore della storia d’Italia durante la seconda guerra mondiale, Marta Baiardi, esperta della Shoah, Daniella Gagliani, studiosa della storia dell’opposizione politica e culturale del fascismo, Nicola Labanca, conoscitore dell’espansione coloniale italiana in Africa e l’internamento in Germania dei militari italiani e Annalisa Marchi, esperta di didattica della storia. Il comitato scientifico si unirà al lavoro del personale del museo e del consiglio di amministrazione.