Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci inaugura Pecci Books. Dialoghi con gli scrittori di oggi, la nuova rassegna di eventi dedicati all’approfondimento della letteratura e del giornalismo contemporanei attraverso i suoi protagonisti. Il ciclo di inaugurazione, che parte con Alessandro Baricco il 21 febbraio per poi proseguire il 28 febbraio con Francesco Piccolo e il 7 marzo con Michele Serra, verrà in seguito articolato con focus su altri scrittori e su altri testi.
Gli incontri con gli scrittori saranno accompagnati dalle presentazioni di loro testi di recente edizione, e rappresenteranno l’occasione per approfondire i temi ricorrenti e le poetiche degli autori. La forma fluida degli incontri si rimodulerà a seconda degli ospiti, diventando di volta in volta incontro, talk, lecture, reading, intervista e molto altro.
Giovedì 21 febbraio, ore 18.00: incontro con Alessandro Baricco
Alessandro Baricco è uno dei più noti esponenti della narrativa italiana contemporanea. Nato a Torino nel 1958, si laurea in Filosofia con una tesi in Estetica con relatore Gianni Vattimo e studia contemporaneamente pianoforte al Conservatorio. L’amore per la musica e per la letteratura ispirano sin dagli inizi la sua attività di saggista e narratore. Il suo esordio come scrittore avviene proprio con un saggio su Gioachino Rossini, Il genio in fuga (1988). Successivamente lo scrittore si afferma con il romanzo Castelli di rabbia (1991), Premio Selezione Campiello e Prix Médicis étranger, che riscuote un grande consenso di pubblico e di critica. Alla letteratura Baricco affianca anche l’attività di conduttore televisivo – con le trasmissioni RAI L’amore è un dardo (1993), Pickwick, del leggere e dello scrivere (1994) e Totem (1998) – autore, regista e interprete teatrale e regista/sceneggiatore cinematografico. Tra le opere più note dello scrittore si ricordano, oltre al già citato Castelli di rabbia, Oceano mare (1994), Premio Viareggio e Premio Palazzo al Bosco, il monologo teatrale Novecento (1994) da cui Giuseppe Tornatore ha tratto il film La leggenda del pianista sull’oceano, Seta (1996), City (1999) e Senza sangue (2002). Nel 2006 ha pubblicato a puntate su La Repubblica il saggio I barbari. Saggio sulla mutazione. Dal 1994, anno in cui l’ha fondata, presiede la Scuola Holden di Torino.
The Game (Einaudi, 2018)
Quella che stiamo vivendo non è solo una rivoluzione tecnologica fatta di nuovi oggetti, ma il risultato di un’insurrezione mentale. Chi l’ha innescata – dai pionieri di Internet all’inventore dell’iPhone – non aveva in mente un progetto preciso se non questo, affascinante e selvaggio: rendere impossibile la ripetizione di una tragedia come quella del Novecento. Niente piú confini, niente piú élite, niente piú caste sacerdotali, politiche, intellettuali. Uno dei concetti piú cari all’uomo analogico, la verità, diventa improvvisamente sfocato, mobile, instabile. I problemi sono tradotti in partite da vincere in un gioco per adulti-bambini. Perché questo è The Game.
Giovedì 28 febbraio, ore 18.00: Francesco Piccolo in dialogo con Cristiana Perrella
Francesco Piccolo (1964) è scrittore e sceneggiatore. I suoi ultimi libri sono: La separazione del maschio, Momenti di trascurabile felicità, Il desiderio di essere come tutti (Premio Strega 2014), Momenti di trascurabile infelicità e L’animale che mi porto dentro. Ha firmato, tra le altre, sceneggiature per Nanni Moretti (Il Caimano, Habemus Papam, Mia madre), Paolo Virzì (My name is Tanino, La prima cosa bella, Il capitale umano, Ella & John – The Leisure Seeker, Notti magiche), Francesca Archibugi (Il nome del figlio, Gli Sdraiati), Silvio Soldini (Agata e la tempesta, Giorni e nuvole). Ha sceneggiato la serie tv L’amica geniale, tratta dall’omonimo best seller dell’autrice Elena Ferrante. È stato autore di molti programmi televisivi come: Vieni via con me, Quello che (non) ho, Viva il 25 aprile e Falcone e Borsellino. Collabora con il Corriere della sera.
L’animale che mi porto dentro (Einaudi, 2018)
Di quante cose è fatto un uomo? Sensibilità, ferocia, erotismo e romanticismo, debolezza, sete di potere. Ci vuole un certo coraggio per indagare la profondità del maschio, sempre che esista: non è detto che ci piaccia tutto quello che vedremo. In questo romanzo serio, divertente, spietato, Francesco Piccolo racconta, come solo lui sa fare, la vita di molti attraverso una sola.
Giovedì 7 marzo, ore 18.00: reading di e con Michele Serra
Michele Serra Errante è nato a Roma e cresciuto a Milano. Ha cominciato a scrivere a vent’anni e non ha mai fatto altro per guadagnarsi da vivere. Scrive su “la Repubblica”, “L’Espresso”, “Vanity Fair”. Scrive per il teatro e ha scritto per la televisione. Ha fondato e diretto il settimanale satirico “Cuore”. Per Feltrinelli ha pubblicato, tra l’altro, Il nuovo che avanza (1989), Poetastro (1993), Il ragazzo mucca (1997), Canzoni politiche (2000),Cerimonie (2002), Gli sdraiati (2013), Ognuno potrebbe (2015), Il grande libro delle Amache (2017) e La sinistra e altre parole strane (2017).
Beate le bestie. Considerazioni in pubblico alla presenza di una mucca
(tratto da La sinistra e altre parole strane. Postilla di 25 anni di amache, Feltrinelli 2017)
Scrivere ogni giorno, per venticinque anni, la propria opinione sul giornale, è una forma di potere o una condanna? Un esercizio di stile o uno sfoggio maniacale, degno di un caso umano? Le parole, con la loro seduzione e le loro trappole, sono le protagoniste di questo monologo teatrale impudico e coinvolgente, comico e sentimentale. Tratto dal libro La sinistra e altre parole strane, nel quale Serra apre al lettore le porte della sua bottega di scrittura, Beate le bestie è un atto di amore nei confronti di un mestiere faticoso e fragile: scrivere. Le persone e le cose trattate nel corso degli anni – la politica, la società, i personaggi, la gente comune, il costume, la cultura – riemergono dal grande sacco delle parole scritte con intatta vitalità e qualche sorpresa. L’analisi del testo (text mining) aiuta Serra a dipanare la lunga matassa della propria scrittura. Il bandolo, come in ogni cosa, forse è nell’infanzia. Il finale è ancora da scrivere.