Abbiamo raccontato qui la storia di Gaetano Vannucchi e del suo progetto di viaggio in Vespa verso il Giappone. Partito lo scorso 29 giugno, adesso è lui a raccontarci alcune tappe del suo lungo viaggio verso il Sol Levante in sella all’amata Calypso.
Dopo 10 giorni di stop a Istanbul riprendo il viaggio percorrendo tutta la costa del Mar Nero fumando come un turco e toccando le città di Kefken, Bartin, Sinope, Ordu e Trazbon fino ad un piccolo villaggio al confine con la Georgia.
Per una settimana il mio lato sinistro ha osservato solo il Mar Nero, un mare inaspettatamente bello con delle insenature incantevoli e cristalline ma anche molto pericoloso a causa delle sue forti correnti e dei vortici che ogni anno risucchiano molti turchi, eppure sembrerebbe così tranquillo rispetto al Mediterraneo!
In tutta la regione del Mar Nero c’è un’altissima produzione di nocciole e i suoi alberi ricoprono gran parte delle sue montagne. Lungo la strada molti produttori con i loro banchi cercano di vendere i loro raccolti di frutta e verdura oltre che sacchettate di nocciole fresche. La quantità di cocomeri e meloni è indecente e mi ricorda il Marocco con le sue piramidi in stile maya gialle e verdi costruite per la strade.
I paesi che incontro sono abbastanza spartani, le case sono tirate su senza troppe finiture e la cosa curiosa è che per tetto viene usato principalmente del lamierino e non le tegole di laterizio come da noi. In quasi tutte le case hanno l’impianto solare e sono abitate da un’unica famiglia che di norma è abbastanza numerosa. Ovunque si erige una moschea, le seminano dappertutto come i cristiani hanno fatto con le loro chiese ma almeno per cinque volte al giorno sparano a tutto volume cantilene ritmate per chiamare i fedeli alla preghiera facendoti sobbalzare.
Pensavo di trovare strade più dissestate ma in realtà i turchi cercano di ripararle al contrario degli italiani che lasciano strade pericolosissime. Un pensiero che ho avuto prima di partire da Prato è stato quello di fare una bella denuncia al Comune a causa di una grande buca che ha ovalizzato la ruota posteriore di Calypso rischiando di farmi cadere e di farmi rompere l’osso del collo, ma il tempo a mia disposizione era ormai agli sgoccioli e non potevo aspettare mesi, periti, avvocati per un pugno di dollari in più.
Prima, seconda, dai gas, arriva la quarta, freno, scala in terza, imposta la curva e poi sempre dritto, salita e poi discesa, da 0 a 80 km/h in venti secondi pensando se le cose in Italia un giorno o l’altro cambieranno. Penso proprio di no! Allora m’incavolo, schiaccio una bella sgommata da far consumare tutta la ruota posteriore di Calypso. Prossima fermata Tbilisi.
Ricetta di viaggio
Muhlama è un piatto tipico della zona lungo il Mar Nero tra le città di Trabzon e Artvin, un piatto unico, semplice e sostanzioso per una colazione prima di una giornata di lavoro nelle ripide coltivazioni di tea nero turche.
Per una persona.
Sciogliere un cucchiaio e mezzo di burro in una padella antiaderente a fuoco lento, unire al burro fuso un cucchiaio di farina di mais ed iniziare ad amalgamare lentamente con un cucchiaio di legno almeno per 5 minuti. All’inizio la farina si raggrumerà ma rigirandola delicatamente piano piano l’impasto inizierà a diventare più liquido grazie al grasso del burro. Tostarlo fino ad un buon colore ed appena inizia a sobbollire aggiungerci dell’acqua per arrivare alla consistenza di una crema, continuare a mescolare sul fuoco cercando di renderla liscia e all’occorrenza aggiungere acqua ma senza farla diventare troppo liquida.
Quando riprende il calore aggiungere un pugno di fontina tagliata a cubetti, un aglio tritato ed un pizzico di sale. Continuare a mescolare fino a quando il formaggio non si sarà sfuso completamente, spegnere il fuoco, lasciare riposare due minuti, aggiungerci una “C” di burro sciolto ed appena bruciato, tagliare del pane, una tazza di tea nero e dopo di che mangiare direttamente dalla padella con un cucchiaio di legno alla Bud Spencer e Terence Hill.