È stata intitolata giovedì scorso al giornalista Peppino Impastato, “Uomo di Libertà” noto per le sue denunce contro le attività di Cosa Nostra, la Biblioteca comunale nord di via Corridoni 11, a 40 anni dal suo omicidio per mano della mafia.
Alla cerimonia di scopertura della targa erano presenti il sindaco Matteo Biffoni, l’assessore all’Istruzione Maria Grazia Ciambellotti, la presidente del Consiglio comunale Ilaria Santi, il prefetto di Prato Rosalba Scialla, la preside della scuola media inferiore Filippino Lippi Sandra Bolognesi e Don Marco Natali dell’associazione Libera.
Uomo libero e incorruttibile Peppino Impastato e a 40 anni dal suo omicidio – che ricorre il 9 maggio – l’Amministrazione Comunale ha deciso di accogliere la petizione presentata lo scorso novembre alla Commissione consiliare 3 – presieduta da Luca Roti – dalle associazioni, Anpi, Libera, LeftLab, Sentieri Partigiani e 6 Settembre per chiedere l’intitolazione a suo nome di una via, una piazza o un luogo pubblico.
Don Marco Natali, dell’associazione Libera, ha voluto delineare la figura di Peppino Impastato partendo dal ricordo dei quasi 600 giornalisti che ancora oggi in Italia vivono sotto minaccia della mafia. Il ricordo è andato anche ad altri noti giornalisti che come Impastato sono morti per amor di verità: Giuseppe Alfano, Carlo Casalegno, Cosimo Cristina, Giovanni Spampinato, Giuseppe Fava, Giancarlo Siani, Walter Tobagi, Ilaria Alpi.
“Peppino Impastato era un giornalista innamorato della sua terra e della libertà. Non si accontentava di raccontare la cronaca, lui indagava e voleva capire ma soprattuto voleva che anche gli altri capissero. Era il suo modo di dire la verità, era il suo modo di amare la sua gente e la sua isola, la Sicilia”, queste le parole di Don Marco Natali.
Anche il sindaco Matteo Biffoni ha voluto ricordare la figura di Impastato, un “uomo libero e incorruttibile che ha scelto persino di rompere i legami con la famiglia perché il padre e lo zio erano malavitosi. La targa vuole essere non solo un omaggio alle idee di un uomo libero e un messaggio positivo da tramandare, ma soprattutto un monito che serva a ricordare che nessun territorio è esente dalle infiltrazioni malavitose”.
A tal proposito, Don Marco Natali ha accennato al progetto di un’iniziativa rivolta proprio ai giovani. Un’attività di indagine, ricerca e denuncia da proporre nelle scuole medie e superiori per invitare i ragazzi a cimentarsi con il giornalismo durante l’anno scolastico per scoprire in che misura sono presenti mafia e corruzione nel territorio di Prato.