A chi interessa del capodanno cinese? Non interessa alle associazioni della comunità cinese, troppo impegnate nei lavori ampliamento del tempio buddista per creare un momento davvero importante per tutta la città. Non interessa all’amministrazione comunale, che continua a non investire su un evento che da solo – senza promozione alcuna, se si tralascia una manciata di volantini – porta in città persone provenienti da gran parte del centro Italia.
Non interessa a nessuno organizzare un evento che abbia un inizio e una fine: una manifestazione che se deve arrivare da programma alle 12 in piazza del Comune, non ci arrivi alle 10,45, lasciando “a piedi” i tanti che si sono presentati puntuali all’appuntamento.
“Un capodanno sottotono come quello di quest’anno non si era mai visto”, commentano in molti tra i fortunati che son passati da via Pistoiese nell’attimo in cui c’era ancora qualcosa di diverso dall’abituale traffico e buche nell’asfalto: ma tanto basta farlo, no?
E anche quest’anno abbiamo festeggiato l’arrivo del nuovo anno cinese. Il dragone ha sfilato sotto alla statua del Datini, abbiamo fatto le foto di rito e le abbiamo condivise sui social network, per far vedere quanto è bello il centro storico colorato dei colori che tanto piacciono ai cinesi. Gesti vuoti, di poco valore, che vanno fatti perché sennò fa brutto.
Abbiamo perso un’altra occasione per vivere la Chinatown pratese – ops, il Macrolotto Zero – in maniera diversa anche fosse stato solo per mezza giornata: viverlo come un quartiere unico e complesso nel suo genere, in un momento in cui anche i privati cercano di smantellare progetti atti a valorizzarlo (vedi Piazza dell’immaginario). Ma poi a pranzo siamo andati a mangiare i ravioli al vapore e gli spaghetti di riso, che tanto è così che si fa l’integrazione in città.
Stamattina ho incontrato tante persone che sono arrivate da Firenze, Lucca, Bologna: incuriosite, spaesate, incredule, tutte in cerca del dragone che per paura di quattro gocce di pioggia ha corso un po’ troppo velocemente questa volta.
Persone che molto probabilmente il prossimo anno andranno a Milano, a festeggiare l’arrivo del nuovo anno cinese e, a Prato, ci torneranno per ammirare il cantuccino che si inzuppa nel vin santo. Una garanzia.
Io, come tanti pratesi forse, se il prossimo anno dovrà essere in questo modo, me ne resterò a letto. Ma tanto a chi importa?
C’erano, però, tanti piccoli eventi collaterali che si reggono in piedi grazie alla manciata di associazioni che operano nella Chinatown: senza un disegno, senza un progetto costruito, strutturato e solido.
Ma alla fine, a chi interessa di valorizzare il capodanno cinese, specie in piena campagna elettorale? Buon anno del Cane a tutti.