“Spatial Poetry” è il titolo della prima mostra personale in Italia dell’artista iraniana Farkhondeh Sharoudi organizzata negli spazi di Lottozero (via Arno, 10) dal 25 maggio (vernissage ore 18,30) al prossimo 18 giugno.
Farkhondeh Sharoudi, che ha vinto il premio Villa Romana 2016, è un’artista “residente in Germania da oltre vent’anni, che ha costruito la sua ricerca artistica attraverso una molteplicità di mezzi espressivi (pittura e scultura, disegno, installazione, video e performance), contaminati e attratti dal magnete della poesia, da lei stessa praticata sia in tedesco che in farsi”, si legge nella nota.
“Spatial Poetry” è il percorso espositivo curato da Alessandra Tempesti, un percorso che “dà forma ad una narrazione poetica in cui la scrittura automatica delle sue grafie miste a disegni si giustappone alle sculture fatte di stoffa e frammenti di tappeti cuciti a mano – si legge nella presentazione – Queste ultime sono creature antropomorfe le cui anomalie anatomiche, come la menomazione e la proliferazione degli arti o il raddoppiamento speculare dei corpi, diventano il fulcro di traiettorie dinamiche quando prendono posizione nello spazio, accanto a forme animali e vegetali, sospese o trafitte a terra”.
Quella di Farkhondeh Sharoudi è anche la prima mostra personale ospitata negli spazi del centro di ricerca tessile delle sorelle Moroder, e nasce in collaborazione con la storica istituzione Villa Romana di Firenze, nel tentativo di instaurare un rapporto durevole fra questa e il tessuto creativo pratese.
Tra i lavori esposti, tutti inediti e esito della recente residenza in Toscana, sono due le opere prodotte in collaborazione con Lottozero: un’installazione di grandi dimensioni che impiega oltre 20 mq di tappeti persiani e una scultura realizzata con pellami provenienti dalle concerie del Val d’Arno.
La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni fino al 18 giugno, dalle ore 16 alle ore 19 e su appuntamento. Il 13 giugno, alle ore 18:30, l’artista terrà un talk aperto al pubblico riguardante le tematiche relative alla mostra e alle proprie scelte artistiche.