Produrre arte lasciandosi ispirare dall’arte che ti circonda. In Italia, e in Europa più in generale, non ci facciamo molto caso. Ma per gli studenti dell’Accademia d’arte di Lyme che negli ultimi sei mesi sono stati ospiti della New Haven University di Prato, dev’essere stata un’esperienza di non poco conto.
Anche per questo sarà interessante partecipare all’open day della New Haven University in programma il prossimo 22 aprile per Prato Campus Week 2017. Gli studenti americani apriranno infatti le porte del proprio atelier e mostreranno ai visitatori la ricerca artistica dietro le opere realizzate nel loro semestre pratese.
Un soggiorno che alle visite lampo nelle città d’arte e nei musei toscani, affianca una routine giornaliera tutta pratese. “Prato per questi studenti è una specie di salotto a misura di persona e quando vengono a cena a casa tua ti rendi conto di quanto è bello sentire raccontare la tua città con altri occhi – spiega Daniele Santini, che più volte li ha ospitati per il programma delle “family dinner” – sono stupiti dalle bellezze architettoniche, e per loro che vengono dal New Jersey, arrivare a Firenze in 20 minuti è un sogno”.
Vivono a Prato in punta di piedi ma “a volte, nonostante la timidezza, sono esigenti – racconta Chiara Baldazzi del Residence Manassei dove dormono – soprattutto quando si tratta di wifi. Ma sono sempre educati e spesso invitano anche i genitori”. “Si portano anche dietro qualche stereotipo sul nostro paese – aggiunge Santini – ma sono stereotipi che durano quanto una cena”. E a proposito di cibo, la preferenza assoluta sembra averla la pasta, ovviamente. “La pasta classica al pomodoro o alla amatriciana – racconta Domenico Colella del ristorante Mokha di piazza San Marco, convenzionato con l’università – pasta e cioccolato, soprattutto il soufflè, per il quale vanno matti. Le acciughe invece no, sembra che gli americani non le mangino proprio”.