Sulla copertina dell’ultimo disco dei “Dilatazione” ci sono una capra, una pecora, un gallo con un sacco di capelli, quello che non so bene se sia un lama o un’alpaca, e un altro ungulato che mi lascia indecisa fra uno yak e una di quelle mucche scozzesi con la frangia e le corna orizzontali.
L’informazione non è fondamentale, ma la foto è bellissima, il disco è tanta roba e quella mucca mi ispira simpatia, quindi volevo illuminarvi sulla situazione.
I Dilatazione tornano dal vivo a Prato sabato 15 aprile al Capanno BlackOut (che vi serve la tessera ACSI lo sapete, e se non lo sapevate consideratevi informati adesso) di via Genova 17. Nel caso sia la prima volta che ci andate, sappiate che è dentro una corte e non scoraggiatevi se non lo vedete alla prima. Potete farcela, ho piena fiducia in voi.
Il nuovo disco conta otto pezzi strumentali di una classe invidiabile e due pezzi cantati: uno, “The paper moon” dall’ex Baby Blue e Blue Willa Mirko Maddaleno, l’altro “Shakin'” da Davide Arnetoli della Band del Brasiliano. Nato grazie al crowdfounding, “The third, the last, my everything” ha anche un titolo incredibile, e dentro c’è un pezzo che si chiama “A russian passport for Steven Seagal”, che scusate se è poco.
Attivi dal 1999, i Dilatazione hanno suonato in giro per l’Italia e l’Europa, salendo anche sul palco di una delle ultime edizioni del BlackOut Festival nostrano. Ora è il 2017, hanno un nuovo disco appena nato e se non ve li andate a vedere vi perdete tante belle cose.