Miseria e nobiltà è uno spettacolo tratto dal testo di Eduardo Scarpetta e reso celebre dal film del 54 di Mattoli con Totò, oltre ad essere uno dei classici della tradizione napoletana e italiana. Da giovedì 30 marzo a domenica 2 aprile al Teatro Fabbricone va in scena la versione dell’attore e regista Michele Sinisi Miseria & Nobiltà, uno spettacolo in equilibrio tra la tradizione e la sua rilettura (feriali ore 20.45, sabato ore 19.30, domenica ore 16.30).
La storia è quella di due famiglie napoletane, poverissime e affamate, che grazie ad un colpo di fortuna si trovano a recitare nei panni di nobili blasonati per favorire l’amore tra il nobile Eugenio e la ballerina popolana Gemma, un amore ostacolato dalla famiglia di Eugenio per questioni di sangue.
La riscrittura di Michele Sinisi, condotta a quattro mani con Francesco M. Asselta, riprende le maschere di Scarpetta, il tema dell’amore ostacolato e quello della intricatissima beffa, ma sviluppa la farsa in una direzione inedita che decompone il realismo e fa muovere gli undici attori – Diletta Acquaviva, Stefano Braschi, Gianni D’addario, Gianluca delle Fontane, Giulia Eugeni, Francesca Gabucci, Ciro Masella, Stefania Medri, Giuditta Mingucci, Donato Paternoster, e lo stesso Michele Sinisi – sui sottili equilibri di orbite narrative nuove, mantenendo intatta la radice teatrale ma accostandosi al testo di Scarpetta come a un emblema del trasformismo di oggi, con la cifra narrativa sospesa tra vita e finzione e tra commozione e divertimento.
In primis Sinisi toglie alla commedia la sua patina partenopea e da Napoli risale e ridiscende verso altri territori – rappresentati da diversi dialetti italiani: il marchigiano, l’emiliano, il milanese e il pugliese – fino a rendere universale il testo in cui le miserie e la nobiltà d’animo, le meschinità e la generosità, la fragilità e gli slanci, le illusioni e le follie diventano una tragicommedia dell’umanità.
Nel ruolo di Peppiniello capocomico, servendosi di cesure che richiamano il montaggio cinematografico, inoltre, Sinisi estrae la vicenda da una botola, una sorta di oblò voyerista che illumina i “ricordi” che riaffiorano sulla scena trafugati alla quotidianità, una scatola magica dove attingere ai sogni, un ciak che segna tempi e ritmi.
Tutti gli attori, senza costumi se non quelli esagerati richiesti dall’inganno, inscenano la miseria e nobiltà di fare teatro, tutti “contemporaneamente dentro e fuori scena, dentro e fuori dal personaggio o da se stessi in un inebriante gioco di meta teatro: “Il senso della nostra operazione è stato quello di rendere ancora più forte l’aspetto della nobiltà del vivere recitando e di fare questo mestiere – dice Sinisi -. Credo che sia una grande occasione, sia per chi fa questo lavoro che per chi va a teatro, per vivere la nobiltà dell’animo di sognare a teatro”.
Nei giorni dello spettacolo sarà sempre attiva la navetta Porta al Serraglio/Fabbricone (andata e ritorno) per gli spettatori che raggiungono Prato in treno, al prezzo forfettario di 2 euro. Il ticket navetta può essere acquistato on-line insieme al biglietto (ticka.metastasio.it), o in biglietteria.