Occidente e Oriente si incontrano al Teatro Metastasio da giovedì 16 a domenica 19 marzo con Faust, una ricerca sul linguaggio del teatro dell’opera di Pechino, per la regia di Anna Peschke (feriali ore 20.45, sabato ore 19.30, domenica ore 16.30)
Sulla scena del teatro dell’Opera di Pechino si fondono normalmente teatro, pantomima, musica, canto e danza ed esistono quattro immutabili categorie di personaggi: un ruolo maschile nobile, un secondo ruolo maschile che rivela tutto il suo lato negativo e ha la faccia dipinta, un ruolo femminile e un clown.
Ma questo Faust, tradotto in mandarino poetico dalla drammaturga Li Meini, e con la consulenza artistica di Xu Mengke, infrange la regola e propone una recitazione, la musica e il canto come segni di un compromesso tra le due tradizioni teatrali, europea e cinese. Sulla scena infatti si esibiscono un gruppo di interpreti cinesi accompagnati da un ensemble musicale composto da musicisti italiani e cinesi, che eseguono un repertorio electro-folk, con ritmi e armonie miscelati tra Oriente e Occidente, composto da Luigi Ceccatelli, Alessandro Cipriani e Chen Xiaoman.
“Un aspetto affascinante dell’Opera di Pechino – dichiara la regista tedesca Anna Peschke – è come emozioni complesse e narrazione drammaturgica vengano espressi tramite un linguaggio non verbale, ma usando movimenti coreografici di discipline come la danza, le arti acrobatiche, la pantomima e le arti marziali. Le regole che definiscono queste coreografie risalgono a centinaia di anni fa. Il mio scopo è stato quello di applicare questi dettami in maniera innovativa, inserendoli all’interno di un contesto contemporaneo”.
Lo scambio tra la cultura teatrale tedesca e le performing arts orientali consente l’interazione di svariati linguaggi scenici, in cui i personaggi, simili alle maschere della commedia dell’arte, si esprimono in gesti stilizzati e duelli. Il tutto viene miscelato in un linguaggio che vede attori, ballerini, cantanti e atleti capaci di un controllo del corpo e di una cura dei gesti che sfiora la perfezione, suggerendo nuovi significati alla tragedia di Goethe.
La Peschke spiega così la scelta del Faust: “Avevo in mente di occuparmi di una storia universale e quando Wang Lu (un attore dell’Opera di Pechino mi mostrò un video dove si esibiva nel tradizionale personaggio “la scimmia re”, mi è venuta in mene l’idea di farlo esibire nel ruolo di Mefistofile. Quest’ultimo non è un orribile demone, è più una sintesi tra un uomo nobile e un animale pericoloso come una tigre e astuto come una scimmia. Faust ha aspetti molto contemporanei, può essere considerato l’archetipo dell’uomo moderno che cerca solo il proprio benessere personale, sfruttando qualsiasi tipo di risorse in uno sfrenato ed insensato egoismo e lasciando tracce di distruzione a discapito delle altre persone e della natura”.
Lo spettacolo è in lingua cinese con sopratitoli in italiano.