Martedì 7 febbraio è andata in scena al Fabbricone la prima replica de “Il Cielo non è un fondale” del duo artistico Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, con la partecipazione di Monica Demuru e Francesco Alberici, in scena fino a domenica 12 febbraio.
Dopo la visione dello spettacolo, i ragazzi delle classi 4BL e 4DL del liceo Copernico di Prato, inseriti all’interno del progetto alternanza scuola-lavoro, hanno colto l’occasione per intervistare alcuni dei presenti. Gli intervistati sono di una fascia d’età compresa tra i 15 ai 64, e l’opinione generale è stata più che positiva.
Ecco alcune riflessioni che abbiamo raccolto:
“È stato divertente, ci è voluto un po’ di tempo per creare un clima dell’empatia, ma poi, mano a mano che si è sviluppato, è diventato divertente. Sembrava una conversazione, in effetti, con pensieri anche comuni…Sì, drammatizzati, ma in maniera da renderli un po’ universali. E io mi ci sono rivista”.
Stefania, 35 anni
“Sono un po’ perplessa, ci sono stati dei momenti molto intensi che mi sono piaciuti molto e mi hanno fatto riflettere e anche divertire. Anche se non ne sono del tutto convinta, secondo me ne è valsa la pena, indipendentemente da quello che può essere il giudizio.”
Elena, 38 anni
“Mi è piaciuta la leggerezza con cui sono stati trattati personaggi di estrema gravità e argomenti importanti ma tristi, e questa leggerezza è stata veramente apprezzata un po’ da tutti. Gli attori sono stati stupendi, e tutti hanno fatto la loro parte in maniera sensazionale”
Barna, 52 anni
“Mi è piaciuto davvero molto, e avevo già visto questo spettacolo da un’altra parte. A impatto, direi: surreale. È un tema molto forte, non c’è confine su niente.”
Nicoletta, 35 anni
“Io non sono abituato a questo tipo di spettacolo, comunque è stato bello, ti dà delle pause di riflessione e rispecchia dei momenti della tua vita. Sinceramente pensavo di annoiarmi e di dormire, perché al teatro di solito può capitare, invece è stato piacevole, via…una cosa diversa dal solito.”
Massimiliano, 50 anni
“È attuale e molto ironico nonostante la tematica piuttosto profonda e seria. Sono venuta perché una mia amica mi ha detto: ‘Vieni a vederlo domani sera!’ e mi sono fidata. Non me ne sono pentita, anzi, sono più felice che mai, perché ho trovato di più di quello che m’aspettavo…Finalmente un bel teatro!”
Cristina, 59 anni
“Bello, molto bello, attori bravissimi, tema attuale. È il ritratto della vita, certe cose ti possono passare accanto, così, e non te ne rendi veramente conto.”
Carlo, 61 anni
“Spettacolo intelligente, ben fatto, e mi è piaciuto l’uso dello spazio. Non li avevo ancora visti, ed ero curiosa.”
Simona, 33 anni
“Sono molto contento, è un lavoro molto ricco, stratificato, su tanti livelli, e mi sembra anche questo un ulteriore nuovo passaggio per la compagnia sulla ricerca di questo cielo che non è un fondale e questa realtà che alla fine è inclusa dentro, nuovamente ma in modo diverso, in questo grande ‘Io’, che cerca di far posto a questo ‘Altro’, che è difficile da incontrare. Questo lavoro ha l’obiettivo di portare il dentro fuori, nonostante sia una sorta di utopia.
Lo spettacolo sembra che sia diviso in due in senso di aree tematiche, dove c’è tutta la parte in cui si cerca di dialogare con l’altro e l’altra in cui c’è l’Io che racconta la propria quotidianità. Sarà interessante vedere come in fututo il tutto si restringerà all’Io”
Rodolfo, 35 anni
“A me è piaciuto, era bellino e all’avanguardia perché non hanno usato né costumi né niente, ma soltanto le parole per interpretare un concetto! Il tema si era un po’ studiato a scuola, riguardava l’indifferenza che si può provare davanti a un estraneo o comunque quando si vive nel benessere.”
Alex, 15 anni
“Per me è stato noioso, è bello ma non sono attratto da questo genere teatrale! Io sinceramente non ho capito l’ultima parte del termosifone, mi sembravano quattro comici a caso. Lo rivedrei per capirlo meglio perché alcuni passaggi me li sono fatti sfuggire.”
Antonio, 15 anni
“Ci sono delle cose che per mio gusto personale mi sono piaciute di meno. Le parti cantate mi annoiano. La vocalist era bravissima, però diciamo che in quei momenti io non prestavo granché attenzione. Non che sia un aspetto negativo, è un mio gusto personale.”
Alessandra, 50 anni
“Molto realistico, io mi sono ritrovata in alcune cose che ha raccontato l’attrice. Lo spettacolo riguarda i problemi di oggi e soprattutto, secondo me, i ragazzi. Molto bello, ci tornerei.”
Rebecca, 17 anni
“Per me è stato molto commovente e mi è piaciuto tantissimo perché normalmente non penso a certi problemi. Secondo me l’atmosfera era silenziosa e adeguata, mi è piaciuto moltissimo”
Lisa, 18 anni
“Io trovo che questa sia una delle cose più belle mostrate in scena finora quest’anno e sopratutto più nostre, più contemporanee con le parole, con gli incubi nei quali tutti noi ci rispecchiamo. Abbiamo ritrovato il senso del teatro, che è un pezzo di noi, della nostra società che viene raccontata e che forse ci fa pensare meglio a ciò che siamo, a cosa facciamo e perché”
Franco, 64 anni