A Firenze, nel quartiere dell’Isolotto, un’esperienza di autorecupero e co-housing che coinvolge un bene pubblico. Grazie a un bando regionale un gruppo di cittadini ne curerà personalmente la ristrutturazione in cambio di una concessione trentennale a canone zero.
Si tratta del progetto dell'”Associazione Autorecupero Cohousing Le Torri” che riguarda l’edificio a fianco di Villa Vogel, sede del Quartiere 4 (Isolotto). L’immobile, una colonica risalente alla prima metà dell’Ottocento, rimase a suo tempo escluso dal restauro complessivo della villa per mancanza di fondi e di conseguenza cadde in disuso. Adesso sarà un gruppo di cittadini a riportarlo a nuova vita e a farne, per almeno i prossimi 30 anni, la propria abitazione.
Ma l’aspetto davvero peculiare di questa esperienza, rispetto ad altre storie di autorecupero edilizio collettivo, è che l’immobile resterà di proprietà del Comune di Firenze.
“Con il modello di via delle Torri si valorizza un bene pubblico inutilizzato, rispondendo allo stesso tempo all’emergenza abitativa”, spiega l’architetto Anna Guerzoni, progettista e “mente” dell’iniziativa. “Tutto ebbe inizio nel 2012 quando la Regione Toscana indisse un bando che prevedeva tra l’altro una linea di finanziamento per l’auto costruzione – racconta – Alcuni comuni risposero all’appello, tra questi anche Firenze che mise a disposizione proprio l’edificio di via delle Torri. Dopo tante traversie, blocchi e rallentamenti dell’iter, nel 2016 la Regione ha finalmente sbloccato i fondi del bando. Adesso siamo pronti a partire con il cantiere”.
Il finanziamento ammonta a 40 mila euro per appartamento, di cui 35 mila saranno investiti nella ristrutturazione e 5 mila nella formazione in cantiere dei futuri inquilini. Giovani coppie con figli, liberi professionisti, operai, pensionati; un gruppo molto eterogeneo sia per età che per appartenenza sociale, che dedicherà il tempo libero nei prossimi due anni (questa si stima la durata minima del cantiere) a ristrutturare la propria futura casa. I lavoratori realizzeranno in proprio la maggior parte delle opere, adeguatamente seguiti da ditte specializzate a cui verranno affidati gli interventi che necessitano di certificazione.
“La colonica sarà suddivisa in sette appartamenti di circa 60 metri quadri più uno spazio destinato ad uso collettivo di 90 metri quadri su due piani per un totale di 280.000 euro di finanziamento – continua l’architetto Guerzoni – il comune rimane proprietario dell’immobile e lo dà in concessione ai cittadini per 30 anni, periodo che potrebbe diventare poi rinnovabile. Il canone di affitto, al netto dei costi di ristrutturazione, sarà praticamente pari a zero”
Gli appartamenti saranno abitati da una dozzina di persone, molti gli spazi in comune, in particolare l’ottavo appartamento, il più ampio, ospiterà una cucina collettiva, soggiorno e sala musica nel seminterrato. Sarà condiviso dai coinquilini ma anche messo a disposizione per iniziative esterne, in un’ottica di apertura verso il quartiere e la città.
Un’ottima opportunità, anche economica, in un momento in cui per molti permettersi una casa non è poi così scontato. “Certo siamo in un momento durissimo di crisi, ma la cosa è bella in sè. Poter vivere in una casa in cui sai che vicino a te c’è qualcuno di cui ti puoi fidare. Non parliamo necessariamente di amicizia nè di solidarietà, ma del forte legame che si sviluppa quando si realizza qualcosa insieme”
Cos’è il cohousing
“Il Cohousing è un modello di coabitazione intenzionale con una moderata integrazione fra gli abitanti – si legge su “Cohousing in Toscana” – mirata a forme solidaristiche e di risparmio, adatto a minimizzare l’impatto sull’ambiente e a massimizzare i rapporti sociali all’interno del gruppo e sul territorio. In definitiva è un modo nuovo di vivere insieme, perché utilizza tecnologie avanzate e sostenibili, ma anche antico perché si rifà a tradizioni millenarie della società contadina, nel preservare le relazioni sociali, l’ambiente e l’amore per il territorio.
A Prato l’unico progetto di cohousing è a Vaiano.