La storia del birrificio Badalà di Montemurlo comincia con la ricerca di un sottovaso un giorno di quattordici anni fa, quando Alberto Nannini entra in un negozio di agraria e invece del sottovaso riporta a casa un kit per fare la birra.
Da quel momento prende il via un lungo percorso che insieme alla compagna Elena Mornati lo porterà fino a Montemurlo, nella sede dove nel 2014 è nato ufficialmente il birrificio Badalà. Che ha un nome tutto toscano, e che forse racconta anche la meraviglia di essere riusciti a realizzare un sogno.
“La nostra prima birra fu una birra da lavandino – racconta Nannini – ma io e l’amico con cui provai ci rendemmo conto di due cose: che in quel pentolone ribolliva qualcosa ed era bello, e che avevamo ancora molto da studiare. Così ci siamo buttati sui corsi, in Italia e anche all’estero. Volevamo imparare, volevamo capire come funzionava. In un paio d’anni siamo arrivati a produrre cinquanta litri alla settimana – continua – e anche a mettere su un giro per persone che venivano a trovarci: loro portavano da mangiare e noi fornivamo la birra. Praticamente un secondo lavoro”.
Nannini di professione fa il tipografo ma nel 2006, insieme all’amico degli esordi, decide di metter su un birrificio. “Mi sono licenziato dal tempo indeterminato per aprire l’azienda ma poi, davanti al commercialista, sono rimasto solo e tutto è andato a monte”, racconta. Molto spesso basta un contrattempo del genere per far desistere anche il più convinto. Invece no, e nel 2008 ci riprova con un altro socio. “Avevamo tutto pronto ma poi è arrivata la crisi e la banca non voluto darci il finanziamento in più che chiedevamo per le macchine, il cui costo nel frattempo era aumentato – spiega – allora lì ho detto basta. Niente birra. Ho proprio mollato tutto”.
“Piano piano la birra abbiamo ricominciato a farla in casa, per noi e per gli amici – racconta Elena Mornati – io sono venuta a Prato da Lecco nel ’98, mi sono divisa per anni tra Italia e Germania, dove insegnavo italiano e poi, un po’ per via della mancanza di lavoro, un po’ per la passione che da sempre lega anche me alla birra, ci siamo detti, riproviamoci”. Così nel 2014, dopo averci pensato a lungo, nasce il birrificio Badalà. “Lui è l’artista – spiega Elena – io sono quella razionale, l’organizzatrice”.
Il birrificio ai piedi della Rocca di Montemurlo produce circa 200 ettolitri di birra e in poco tempo è riuscito a farsi conoscere tra gli intenditori, finendo pure con la “W-ipa” sulla bibbia italiana della birra di qualità e menzionati da Slow Food come produttori conto terzi di una “Grande Birra” italiana.
“Siamo orgogliosi di quello che stiamo facendo e di come lo stiamo facendo – spiega Nannini – la nostra è una piccola attività di qualità che il prossimo anno aumenterà la produzione per riuscire a soddisfare tutte le richieste, nonostante in Italia si beva poca birra rispetto ad altri paesi”.
Ma ci sono anche altre sorprese in ponte, come una nuova birra targata Badalà. “Perché per fare una cosa per bene – conclude Elena Mornati – ci devi mettere sempre tutta l’energia e la passione che hai”.