Venerdì 25 novembre – COSMO in concerto (Auditorium Flog)
Nessuno si chiama più con nome e cognome, negli ambienti di musica giovane, e non solo nel 2016: ricordiamoci Dolcenera, o Patty Pravo, che aveva dalla sua il cognome, Strambelli. A Ligabue invece ha detto abbastanza culo, che se si fosse chiamato Luciano Martinazzoli sarebbe stato un problema. Sul nome del ragazzo che si esibirà stasera all’auditorium Flog c’è poco da dire. Cosmo non è il suo cognome, non è nessun diminutivo, è solo Cosmo. E vabbè, non crucciamoci, che ora funziona così: animali (Iosonouncane, I Cani, L’orso), parti del corpo (Dente), coordinate geografiche (Levante). Ci mancava quindi una roba a caso tipo COSMO. Detto questo il primo pensiero ascoltandolo riguarda il fatto che fino a dieci anni fa non c’era nessuno che sarebbe stato in grado di portare pezzi tipo scarti di Sanremo Giovani ad un pubblico di giovani. Nessun altro sarebbe diventato figo con la pettinatura di Napoleone Bonaparte e una fruit colorata, cantando su un palco praticamente da solo tipo Sanremo 1982. Insomma, Cosmo è il trionfo del giovanilismo, quello che piace a noi, un po’ alla cazzo de cane. “Mi sono innamorato di Battisti che stringe la mano a Shakira” dichiara il giovane Marco Jacopo Bianchi. E noi che stiamo a preoccuparci del referendum. Si consiglia vivamente la partecipazione ad individui di sesso maschile over 30, chiaramente laureati, in cerca di corrispondenza di sentimenti. Intelligenti. Se lavorate a contratto indeterminato, lasciatelo. Che insomma, è un po’ brutto nel 2016 in questi ambienti, lavorare.
Sabato 26 novembre – DENTE (Auditorim Flog) vs EX-OTAGO (Tender Club) vs OMOSUMO (Glue Club)
Dividersi in tre per una sera? Sarebbe una cosa da tentare, anche se, diciamocelo, son tre serate con un taglio diverso. Andiamo quindi ad analizzare meglio gli scenari che si combattono questo sabato notte. DENTE. Target di riferimento: donna, 25-35, laurea (ovviamente) ad indirizzo umanistico, preferibilmente inutile e di impossibile collocazione nel mondo lavorativo normale (le borse universitarie non contano, le inventarono per quelli che fuori dalla facoltà andavano in iperventilazione). Diffidate dagli uomini che amano il cantautore di Fidenza: sono subdoli o lo fanno solo perché lo stimano per le donne che, inspiegabilmente, riesce a stregare. E’ il concerto più gettonato, va detto, quindi nel dubbio sappiate che troverete anche insospettabili, come la figlia della fornaia sotto casa. EX-OTAGO. Target di riferimento: uomo, over 35, nostalgico del MiAmi, amante delle band italiane 2000-2010 un po’ sciancate (vedi gli Amari). Abbigliamento informale, felpa e Adidas. Sentirsi tendenzialmente 24enne con il compleanno dei 40 fra tre settimane. Poche donne, ma tanto gli avventori son tutti già fidanzati. Si può trovare qualcuno per parlare di calcio, cosa molto molto importante. OMOSUMO. Target di riferimento: non si sa bene. Molte donne convinte che Antonio Di Martino ad una certa impazzisca e prenda e inizi a cantare “Maledetto autunno”. Uomini al seguito. Il concerto stavolta sarà un sottofondo per le vostre discussioni in zona mixer, allontanati dal palco: del resto non ci sono più le chitarre di una volta, con i tastieroni sembra di essere dentro a un documentario musicato da Giorgio Moroder.
Buona scelta.
Domenica 27 novembre – Food and Wine in Progress (Stazione Leopolda)
Originalissima iniziativa quella in programma per questa disgraziata domenica senza calcio a Firenze. Il cibo e il vino, stranamente assieme, sono i protagonisti di questa giornata alla Stazione Leopolda. L’importanza del food in Italia o la potenza delle esportazioni di vino, finalmente tornati a essere standard qualitativi importanti. Salvatevi se potete, per piacere. Salviamoci dalle masse di ex consumatori di braciole all’olio della zia che in due anni son diventati chef perché usano la bottarga come dentifricio. Salviamoci da coloro che tre anni fa si sono ubriacati con il Fernet Branca e ora sono della scuola dei vini biodinamici.
La nuova frontiera della politica è il food and wine. Perché in questo mondo puoi raccontare un po’ quello che vuoi, per il pubblico sei dai emulare, in qualche modo. E quindi tutti dentro la Leopolda, stipati, alla ricerca del gusto. Tornerà un giorno il Pranzo è Servito, torneremo a cucinare le polpette al sugo con il vino dello zio a 9 gradi. Forse, speriamo.