“Un viaggio nell’Italia degli anni ’50” è il percorso di concerti e conferenze che accompagna “Tra arte e moda”, la mostra ospitata al museo del Tessuto che indaga il rapporto tra il mondo dell’arte e quello della moda nel Secondo Dopoguerra.
Mercoledì 23 novembre, alle 21, il sociologo Marino Livolsi arriverà in via Puccetti per affrontare un momento fondamentale della storia italiana: l’avvento della televisione e l’Italia di quel periodo, si legge nella presentazione, “che dalla fine della guerra ai primi anni Sessanta si tira su le maniche per ricostruire la propria identità e da società agricola e tradizionale si trasforma in società industriale e moderna. Ed è in questo contesto che arriva la TV ad accendere “il sogno italiano”!”.
“La TV nasce nel nostro paese nel gennaio del 1954 dopo un breve periodo di sperimentazione. Ha un solo canale e, ovviamente, è in bianco e nero – spiega la nota – All’inizio ha pochi spettatori e gli altri media le dedicano un’attenzione modesta: non comprendono cosa sarebbe diventata nel giro di pochi anni. Eppure, nel mondo, la televisione è già un fenomeno di massa: nello stesso anno, negli Stati Uniti si contano già circa trenta milioni di televisori”.
“Le immagini parlano di mondi lontani e di eventi ‘in diretta’ che si vedono ‘come se si fosse lì’, come non era mai successo fino ad allora. Piano piano – prosegue l’introduzione – alcuni attori o conduttori diventano personaggi e impongono involontariamente uno stile nel vestire, nel modo di parlare e comportarsi con gli altri nella vita quotidiana. Insieme al cinema, alle canzoni e alle riviste femminili, la Televisione fa conoscere un mondo in cui tutti aspirano a vivere, con auto, case con elettrodomestici, scooter, scuole per i figli. Un ruolo centrale lo ebbe ovviamente Carosello: da quando andò in onda la prima puntata – nel lontano 1957 – niente fu come prima e le abitudini degli italiani vennero modificate per sempre”.
“Nei suoi vent’anni di vita- conclude la nota – Carosello diffuse moltissime pubblicità creando decine di personaggi e macchiette che sono rimasti nella storia della televisione italiana, ma anche modi di dire entrati ormai nel linguaggio comune. Gli oggetti di design diventano il simbolo della modernità e gli artisti si mettono a servizio della comunicazione. Le pubblicità diventano ambiti in cui gli artisti esprimono il cambiamento sociale che cambierà per sempre l’Italia”.