Ormai è diventato un “luogo” a Prato: spesso si sente dire “ci vediamo in piazza dell’Immaginario”, “vicino a Piazza dell’immaginario, quella davanti alla Pam” oppure “quella col muro rosso”. Ma Piazza dell’Immaginario è qualcosa di più di un semplice luogo. E’ un progetto che nasce nel 2014 dalla volontà di rendere migliore e più accogliente il quartiere dove Dryphoto arte contemporanea – la realtà culturale promotrice del progetto – ha sede e nel quale è condensata, in una piccola superficie, un’ampia diversità di culture, ambienti socioeconomici, interessi e necessità. “Un progetto, una realtà che ha fatto parlare di sé in varie città d’Italia e d’Europa” come racconta Vittoria Ciolini di Dryphoto.
Ecco che sabato 5 novembre alle ore 18, Piazza dell’immaginario presenta alla città un nuovo tassello nel suo percorso, concludendo una prima fase iniziata nel 2014. L’iniziativa si svolge nell’ambito di MacroLottoZero, progetto Regionale “Toscanaincontemporanea2016”, con il contributo del Comune di Prato e in collaborazione con Culturama, Valencia (Spagna).
Giardino Melampo, Prato 2012/2013 di Andrea Abati, un’opera giardino realizzata dall’artista con la collaborazione del vicinato; un giardino pubblico offerto ai cittadini, un progetto che ha permesso di sognare continuando con la creazione di Piazza dell’Immaginario. Un giardino che ha cambiato l’immagine di uno spazio degradato e che ora diventa immagine fotografica, chiudendo una tappa del progetto che offre (senza scadenza) ai vicini e ai cittadini la possibilità di ricordare il quartiere attraverso immagini di grande formato installate in forma di banner.
Questo lavoro si aggiunge alle opere di Francis Alÿs, Olivo Barbieri, Bianco-Valente, Pantani-Surace e Bert Theis prodotte per l’edizione 2015 e a quelle di Andrea Abati, Gabriele Basilico, Bleda y Rosa e del gruppo R.E.P. Revolutionary Experimental Space installate nel 2014. “Con il Giardino Melampo – commenta Ciolini – è come se si fosse chiuso il primo percorso che riguarda l’occupare degli spazi e la relazione sociale per crearne un clima, un dialogo e un confronto, facendo vedere che la comunità può gestire il bene comune”.
Saranno previsti anche interventi e azioni che avranno luogo in una delle piazze create nelle precedenti edizioni, Piazza 5 marzo 2015. Sono state invitate quattro artiste Flavia Bucci, Francesca Catastini, Lori Lako, Linda Motta a lavorare in loco in Piazza 5 marzo 2015 con interventi temporanei che danno continuità al discorso curatoriale del progetto. “La contaminazione fra diverse discipline e l’azione al di fuori degli spazi deputati – racconta Alba Braza, curatrice del progetto – sono alcune delle caratteristiche della nostra epoca e allora può accadere, come in questo caso, che un progetto di arte contemporanea abbia come ambito di lavoro lo spazio pubblico, sia accompagnato da interventi in ordine al decoro e all’arredo urbano e intercetti quei cittadini interessati a compiere azioni che hanno come fine il miglioramento del contesto che li circonda producendo un vantaggio per tutta la città”.
GLI INTERVENTI
La piazza ospiterà Colourful Dreams, opera di Flavia Bucci (Chieti, 1990) formata da tre centinaia di Crystall Ball di diversi colori incollati fra loro, gonfiati con l’aiuto delle persone del quartiere che vorranno partecipare all’azione. Una proposta estetica e ludica che vuole essere un invito a creare uno spazio di dialogo, un momento di ritrovo intergenerazionale e interculturale.
Avaki di Francesca Catastini (Lucca, 1982) riprende l’idea di giardino attraverso un’unica pianta della specie Metrosideros che, durante la fioritura, con i suoi fiori rossi richiama al colore così importante e presente in Piazza dell’Immaginario. Il benessere della pianta sarà garantito dalla partecipazione diretta e attiva della cittadinanza che se ne dovrà prendere cura. Il Metrosideros è una specie originaria della Nuova Zelanda ormai naturalizzata in Italia, col tempo abbiamo dimenticato la sua provenienza, anzi, non ci domandiamo neppure da dove arrivi. Il progetto invita a riflettere sulle differenze e le micro differenze.
Instead of cursing the Darkness di Lori Lako (Pogradec, Albania, 1991) è un punto di luce nel buio sull’ingresso della piazza da via Pistoiese. Nel quartiere dove si interviene, il macrolotto zero, ci sono ancora molti punti poco illuminati, che di solito si associano con la percezione dell’insicurezza. Lako sottolinea questo aspetto, installando un lampadario domestico, che mostra le tracce di una vita vissuta, di ricordi intimi che ora vengono esposti all’esterno, fuori dallo spazio privato e sicuro.
La misura dell’immaginario di Linda Motta (Prato, 1973) è una corda fatta con cascami tessili, ridotti in strisce e poi annodati, che copre la distanza fra i luoghi di Piazza dell”Immaginario, sarà chiusa in una scatola e conservata in Piazza 5 marzo 2015. La corda è conservata come misura del legame fra i luoghi dell’immaginario, ma non resta traccia visibile. In un’azione performativa l’artista srotolerà il gomitolo di corda per collocarlo in una scatola rossa, di quelle usate per la sabbia nella prevenzione antincendio. Come si conserva a Parigi al Conservatoire des artes et métiers il metro lineare, Piazza dell’Immaginario conserverà in sé memoria della propria estensione, lavoro fatto intrecciando rapporti, racconti e relazioni, come salvezza in tempi di crisi e a prevenzione di incendi futuri.