Fino al 28 ottobre sarà possibile visitare a Palazzo Pretorio la mostra sul Parco Centrale, dove si troveranno le tavole di progetto non solo del vincitore ma anche dei secondi e terzi classificati. Una mostra da non perdere, per rendersi conto di come, oltre ai vincitori, alcuni altri grandi studi di architettura hanno ripensato l’area dell’ex ospedale. Sono progetti che ripensano interamente l’area anche da un punto di vista topografico, oltre che estetico, e lo fanno, soprattutto, tenendo ben presente i destinatari, tutte le persone che lo frequenteranno.
2° Classificato – Baubotanik + Carlo Scoccianti
Il progetto secondo classificato si chiama “Pratum in caelo” e come fa intuire il nome prende spunto dallo skyline di Prato, fatto di ciminiere, mura e torri. A questo si deve l’ideazione del piano verticale del progetto, composto da tre torri-albero: “Mantenendo i corpi scala e ascensori dell’ospedale – si legge nel progetto – si concretizza l’eccezionale possibilità di creare un parco con strutture verticali accessibili che permettono usi non convenzionali e viste mozzafiato”.
Qui troverebbero spazio locali da adibire a diverse funzioni, spazi destinati allo sport, ristorazione e la possibilità di osservare il centro storico da nuove prospettive. Un progetto pensato per accogliere nell’area centrale, “una grande piazza verde” viene definita nella relazione, grandi eventi di tutti i tipi. Sono previste nuove piantumazioni, aree gioco, orti urbani, info point.
3° Classificato ex aequo – Miralles/Tagliabue
Quello spagnolo è un progetto coloratissimo e l’area dell’ex ospedale è ripensata con un occhio alla biodiversità, con orti urbani, piante autoctone e esotiche, specchi d’acqua pieni di pesci, piazze alberate e percorsi legati allo sport, giochi per bambini e giochi d’acqua. E’ un terreno mosso da avvallamenti e collinette, e da un piccolo anfiteatro.
Il progetto si concentra molto anche sull’illuminazione e prevede una parte di parco aperta anche la notte. Prevede infine alcuni edifici: un mercato, alcuni ristoranti con particolare attenzione ai prodotti tipici, un’area per il wellness e una dedicata all’arte e alla creatività, che sono desunti sia dalla natura moderna dell’area (ex ospedale) che da quella più antica (orti del monastero).
3° Classificato ex aequo – Aravena – Barili
Il progetto di Aravena e del pratese Barili affronta l’area dell’ex ospedale da un punto di vista diverso: “lo spazio pubblico come luogo di integrazione attraverso l’espressione culturale”, si legge nella presentazione.
Questo punto di vista si traduce nelle tre facce/zone del parco: quella dedicata al gioco, punto di incontro tra culture, che si traduce “in un grande spazio aperto capace di ospitare i giochi tipici delle diverse culture”, ovvero un campo da calcio al servizio anche di altri sport ma anche tavoli da ping pong; quella legata al cibo, ovvero “uno spazio che si coltiva (e non solo si frequenta)”, tradotto in orti didattici, e quello legato al culto, che si traduce in aree che “invitano alla sosta e alla meditazione”.
Il progetto prevede anche un portico, dove si può allestire un mercato oppure sfruttarlo per sfilate e installazioni artistiche, e un padiglione dove trovano spazio il ristorante del parco, il locali di servizio del parco e il circolo, che dovrebbe essere il luogo dove viene gestito il parco e tutti gli eventi che vi si organizzano.
4° Classificato ex aequo – Maxwan
Il dettagliatissimo progetto di Maxwan è stato pensato come una delle “gemme” che fanno parte della “collana” muraria della città. Soprattutto, il progetto del parco viene presentato come capace di accogliere in ogni momento persone di ogni età e provenienza. Una grande radura centrale, giardini interattivi, una zona dedicata all’arte, una collina sensoriale e molto altro ancora.
I due edifici previsti sono un centro culturale, all’estremità nord, con funzioni condivise con il Comune, e il padiglione dove troverebbero spazio i locali per il ristoro.
4° Classificato ex aequo – Alvisi-Kirimoto
L’ultimo progetto esposto a Palazzo Pretorio è concepito intorno al concetto di “tessile”. Un grande classico per la città di Prato, che nel parco trova ovunque rimandi: dalle piante e dagli animali che producono fibre tessili ad un vero e proprio laboratorio legato alla tessitura. E’ prevista anche un numero consistente di nuove piantumazioni e di giardini intorno a quello che è il nucleo centrale del parco: un’ampia collina rialzata.
Sono previsti inoltre alcuni padiglioni dove saranno ospitati spazi legati al cibo, allo sport e come detto al tessile.