Più che un parco, un grande giardino contemporaneo. Così è stato presentato oggi pomeriggio il progetto di Obr-Desvigne, vincitore del concorso internazionale per la creazione del parco che prenderà il posto dell’ex ospedale. Presto, ha promesso il sindaco Biffoni dicendo che “l’idea è quello di consegnarlo prima di maggio 2019”.
Quello che prenderà il posto del vecchio ospedale è il progetto all’apparenza più classico, meno di rottura – per non dire conservatore – tra quelli arrivati in finale. Ma è anche il progetto meno impattante, più flessibile e soprattutto coerente da un punto di vista ideale con la città nella quale sorgerà. Caratteristiche che siamo sicuri abbiano influito molto nella selezione finale. Chi si aspettava un luogo dove dimenticare di essere a Prato e in Italia, rimarrà deluso.
Obr-Desvigne hanno lavorato sui tre ettari dell’ex ospedale mescolando le geometrie di certi giardini rinascimentali italiani con il tessuto o, meglio, con le trame e i motivi dedotti dallo studio della composizione urbanistica della città. A Desvigne, l’ispirazione è venuta dalla sua esperienza italiana: “Ho vissuto due anni a villa Medici a Roma, lì le pareti di siepe rinascimentali sono state contaminate dai pini piantati successivamente” ha spiegato. Il risultato, “che non è un disegno finito – ha detto ancora – ma è modificabile e modulabile a piacimento”, è un grande giardino fatto a stanze, “un labirinto dove non ci si perde – ha concluso – perché si ha sempre un punto di riferimento: le mura”. A questo si deve il tratto distintivo del progetto: la trama di siepi è espressione diretta della rielaborazione della composizione urbanistica della città. Gli alberi (60) sono quelli già presenti.
Gli elementi caratteristici del Parco Centrale
La proposta di Obr-Desvigne è legata all’arte contemporanea perché con la riapertura del Pecci l’arte contemporanea tornerà ad essere protagonista. La presenza delle opere d’arte inserite nei rendering è quindi solo un’ipotesi progettuale, che poi il Comune deciderà se seguire o meno. “Il giardino di sculture è un rischio che ci siamo presi – ha ammesso il paesaggista francese – abbiamo cioè previsto la possibilità di ospitare grandi opere d’arte”. Un altro elemento caratterizzante del progetto, oltre alle siepi “che non sono tagliate come muri – dice Desvigne – ma che devono essere considerate come quinte di teatro che si aprono e si chiudono e in cui tutto è benvenuto, non solo l’arte”, è il basso canale che correrà lungo le mura. C’è una visione qui, portatrice di una simbologia che è impossibile non apprezzare: lo stretto canale d’acqua è pensato per accogliere l’ombra delle mura di Prato e proprio all’ombra delle mura Desvigne ha pensato l’installazione di opere d’arte. L’arte all’ombra di Prato: una cosa sola, indissolubile.
E’ poi prevista un’area eventi nel bel mezzo del parco. Orti botanici e aree ludiche che speriamo strizzino l’occhio ai bambini, rampicanti e collezioni botaniche.
Il padiglione
Il grande giardino dentro il centro storico dovrà comunque essere il fulcro non solo dello svago e del tempo libero, ristorazione inclusa, ma anche di attività legate all’arte e alla creatività che dovranno avere la capacità di renderlo autosufficiente da un punto di vista economico. A questo serve anche l’edificio di 3mila metri quadrati con tanto di giardino pensile disposto parallelamente alle mura.
“Il progetto giusto si fa insieme” hanno detto i tipi di Obr mettendo le mani avanti, ma le linee guida del progetto e del grande edificio, il cui impatto è camuffato dal giardino pensile che rappresenta il tetto, sono perfettamente in linea con l’idea del “nuovo accesso al centro storico” cercato dal Comune. Così il parcheggio dell’ex ospedale diventa al servizio del nuovo ingresso al centro – l’altro sarà da via Sant’Orsola – e attraversando il parco si incontrerà una struttura capace di offrire molte cose: caffetteria, ristorante, una sala per le esposizioni e per gli eventi, un auditorium da 200 posti e in alcuni locali pensati per chi fa sport, dalle docce all’affitto di attrezzature sportive (biciclette?). Per arrivare infine all’Art Lab, uno spazio dedicato a quello che è stato definito “coworking creativo, sostenibile attraverso sponsorizzazioni”. C’è da dire, anche in questo caso, che l’interno dell’edificio è stato concepito “per essere facilmente modulabile al suo interno”. L’edificio è pensato per essere trasparente – vetrate – e per guardare l’interno del parco, con il giardino pensile, a sua volta accessibile tramite gradoni, che mette al riparo i frequentatori della caffetteria e del ristorante. L’area antistante i due punti ristoro sarà piena di tavolini, d’estate.
Illuminazione e sicurezza
Il progetto di Obr-Desvigne prevede un parco vissuto dalle prime luci della mattina (ore 6) fino a tarda notte (ore 1). Per questo, un capitolo del progetto è dedicato all’illuminazione e alla sicurezza. Se l’illuminazione del padiglione e del parco – percorsi pedonali, opere d’arte, sedute – saranno affidate a tecnologia led, la sicurezza è stata concepita con una serie di telecamere a circuito chiuso affiancate da sistemi anti intrusione volumetrici e telecamere termiche collegate direttamente con le forze dell’ordine.