La nuova stagione concertistica della Camerata Strumentale contiene una grande novità. Anzi un invito a tutta la città di Prato: formare un grande coro cittadino, “la metafora più efficace di una comunità armoniosa”, come spiega nella presentazione il direttore artistico Alberto Batisti.
“Le voci umane”, il titolo della nuova stagione concertistica, è in simbiosi con questo invito, far risuonare a Prato la magia e la felicità delle voci dell’uomo che cantano la musica. “La Camerata e il suo direttore Jonathan Webb vogliono coinvolgere tutta la città – ha spiegato Batisti – la nostra è un’azione sociale nata dopo la bellissima esperienza dell’Arca di Noè di Britten e ha l’obiettivo e la speranza di far nascere il coro “Città di Prato”. Vogliamo dare l’opportunità a chi vuole essere coinvolto in un progetto artistico che abbraccia tutta la città. Non ci sono limiti di età, è rivolto a tutti quelli che vogliono cantare. Per metterlo in piedi lavoreremo insieme alla Scuola di Musica, con gli studenti delle scuole e con i docenti che con il loro lavoro hanno permesso la realizzazione dell’Arca di Noè”.
A breve verrà pubblicato un bando rivolto a tutti coloro che vorranno partecipare.
Il programma della stagione 2016/2017
Si comincia il 10 novembre con l’omaggio a Shakespeare con “Il sogno di una notte di mezza estate” e “Ouverture op. 21 e musiche di scena op. 61 per la commedia di Shakespeare” di Mendelssohn, preceduto dal concerto numero 4 di Beethoven in sol maggior per pianoforte e orchestra. E si finirà il 21 aprile con Schubert (Sinfonia n. 4 in do minore D. 417 «Tragica»),
Beethoven (Coriolano, Ouverture op. 62 per il dramma di Collin),
Mozart (Meistermusik in do minore K. 477) e ancora Beethoven (Fantasia in do minore per pianoforte, coro e orchestra op. 80).
Nel mezzo altri sei concerti, tra i quali spicca “La voix humaine di Poulenc” (2 marzo al Politeama). “In un mondo reso sempre più autistico dalla prigione degli smartphone – ha spiegato Batisti – offrire La voix humaine di Poulenc, nella autorevolissima interpretazione del soprano Karen Vourc’h, ci è sembrato il più forte contrappunto al messaggio che questa Stagione di concerti vuole lanciare, per sottrarre la nostra attività alla funzione, pur importante, di colto intrattenimento, e restituire alla musica la sua dignità di messaggio”.