I Marlene Kuntz iniziano poco dopo le nove. E già l’inizio è una bomba. L’Odio Migliore, il pezzo che apriva “Ho ucciso Paranoia” è lì sparato e offerto in pasto ad un pubblico attento entusiasta e ricettivo. La scaletta alterna con sapienza i brani dell’ultimo “Lunga attesa” (la quanto mai attuale “Fecondità”, la disillusa “Niente di nuovo” e la lirica “Sulla strada dei ricordi”) ad alcuni pezzi del repertorio che non sempre trovano spazio nelle scalette del gruppo, come “Ineluttabile” o “Cara è la fine”.
Godano si diverte, balla, e il pubblico è con lui. Il finale è quanto mai classico, l’accoppiata Ape regina / Sonica, un ritorno ad un finale di concerto granitico e fragoroso. Per un attimo sembra di essere nel 1997, anche se con vent’anni di consapevolezza in più, ma la voglia di divertirsi e far divertire è la stessa.
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