“Provocatoria”, “subdola”, “ambigua”, “ragionevole”: in tanti modi è stata definitiva la pubblicità realizzata da alcuni operatori pratesi del settore del gioco “dipendenti del gioco”, apparsa da qualche giorno in giro per la città. Oggi su La Nazione di Prato alcuni numeri tutti pratesi relativi alla ludopatia a Prato: sono circa 4000 i pratesi che hanno a che fare in modo patologico col mondo del gioco. Numero in costante crescita.
“Nel 2007 – si legge nell’articolo – le domande di trattamento giunte all’Usl per problematiche relative a questo disturbo erano quattro. Negli anni successivi sono aumentati a vista d’occhio passando dai sette nel 2008 ai 172 del 2014”. Se attualmente si parla di 200 persone che si sono rivolte a servizi di cura, sono tra i 2483 e i 7258 – a seconda dei criteri presi in considerazione – i giocatori “problematici”, con un disturbo da gioco d’azzardo lieve. Sono invece tra 955 e 4200 quelli patologici, che devono far fronte a un disturbo moderato-grave. “Il 25% dei giocatori – continua l’articolo de La Nazione – appartiene alla comunità cinese e il 7,9% degli studenti intervistati hanno riferito di avere problema con il gioco d’azzardo, nella maggior parte delle volte correlato alle scommesse sportive. Mediamente il giocatore patologico spende dai 200 ai 600 euro al giorno, ma qualcuno arriva anche ai 1000/1200 euro. Uno stipendio”.
Se da una parte ci sono i dipendenti “dal” gioco, va presa in considerazione la diffusione di slot machine e macchine da gioco vario: “Prato è la seconda città d’Italia per diffusione dell’offerta del gioco d’azzardo – affermava Fabrizio Bellini dell’associazione Polis, lo scorso novembre in occasione della manifestazione “Meno slot, più spazio per le persone” – ci sono 238 esercizi in cui sono installate delle macchinette e 40 sale da gioco”. Intanto, si lavora alla modifica dell’attuale regolamento comunale in materia di gioco d’azzardo con l’obiettivo di limitare ulteriori aperture e di diminuire l’offerta.