Mi dicono che ha aperto da poco un nuovo locale a Calenzano, il quarto dello stesso gestore. E’ il celebre Caffè Neri, noto come pasticcere ufficiale della AC Fiorentina. Non mi intendo di calcio, di cibo abbastanza, e convinta dalle ottime recensioni che mi hanno fatto vado a provare il loro aperitivo nel nuovo locale di via del Pratignone.
Mi piace sperimentare posti che propongono qualcosa di nuovo, un ambiente fuori dal comune, piatti particolari, bevute speciali. Vengo avvertita che non servono superalcolici, immagazzino l’informazione e la getto via per farmela tornare in mente proprio mentre chiedo “Un Moji… Ah, già”. So anche in partenza che non c’è buffet, preparano loro un ricco piatto sul quale si può stare tranquilli che sarà sufficiente a togliere la fame (quest’ultima parte è importante, viste altre esperienze vissute).
Ci troviamo di fronte a un capannone con parcheggio davanti ben illuminato da due enormi fari color ghiaccio, il che vista la zona non è affatto male. Fuori c’è un “calcino” sotto un gazebo, in tema direi, e nemmeno i suoi omini in cui una squadra è colorata tutta di viola, l’altra solo i capelli. Fashion. Dentro si stagliano le magliette della Fiorentina a far capire bene quantomeno cosa si tifa qui, e il personale ha l’uniforme nera con gigli e quantaltro.
L’ambiente è grande ed è strutturato tipo Mercato Centrale di Firenze: ci sono varie postazioni diverse e si può mangiare di tutto, dolci, aperitivo, pizza, secondi, primi, lampredotto. Lo stile è industriale, facilitato dalla struttura stessa con le grandi vetrate da fabbrica, comunque abbastanza accogliente. Io e i miei accompagnatori facciamo lo scontrino e ci dirigiamo al bancone degli aperitivi. Dopo aver ordinato un analcolico, due gentili signorine cominciano a prepararci i piatti chiedendo se preferiamo o vogliamo evitare qualcosa. “Tutto!”. Stipa bene finché c’è posto che sono in missione – penso – e voglio assaggiare ogni cosa. No non è vero, ho solo fame.
Le ragazze riempiono i piatti sorridenti e concentrate. Nel mio ormai c’è di tutto, dal fritto, ai salumi fino a tutte le microtartine-microprecise che sono così belle da guardare. Sono loro le regine del finger food. Ci sediamo in un angolo da cui ho quasi la visuale completa del locale, devo ammettere però che non è il massimo, forse illuminerei di più quella zona che tra l’altro è proprio quella in faccia al bancone. Il mio cocktail è molto buono e noto che fanno anche estratti e concentrati di frutta. Ma restano due domande: come si fa a non tenere superalcolici? Altra domanda, come si fa a tenere un solo tipo di birra? Ad ogni modo, la questione più interessante sorge in bagno. Entro ed è buio, e sento una voce che sta dando le notizie del giorno… Ok, sono finita in Fallout.
Invece no, ci sono le televisioni in ogni singolo gabinetto. Alcune sul muro dietro (perché?) e altre davanti, ma l’aspetto dei sanitari e in generale dell’ambiente non è quello di un superhotel di Tokyo.
Per lavarsi le mani c’è una vascona color ruggine con rubinetti automatici da cui esce acqua tiepida, questo è davvero bello. Invito tutti i miei accompagnatori a provare questa esperienza prima di andarsene. Ah, e soprattutto, un’immancabile partita a calcio balilla. Perdo e porto a casa.