Multistrumentista originale e stravagante, icona del songwriting a stelle e strisce, Joan As Police Woman arriva lunedì 23 maggio allo Spazio Alfieri di Firenze (ore 21,15 – biglietto 25 euro – prevendite www.boxol.it tel. 055 210804; www.ticketone.it tel. 892 101 info tel. 055.0460993 – 055.5320840 – www.lndf.it – www.spazioalfieri.it) per un concerto che la vedrà alternarsi, in versione solistica, al pianoforte e alla chitarra.
Una serie di date che conferma la grande intesa con il pubblico italiano, e in particolare fiorentino, mentre il nuovo album è in dirittura d’arrivo.
La prima volta in riva all’Arno fu in un piccolo club del centro. Il disco d’esordio era appena uscito: gran concerto e soprattutto un feeling con la città che negli anni si è consolidato attraverso molte altre occasioni live.
La Joan Wasser che torna oggi a Firenze è una star. Il bizzarro nome d’arte, Joan as Police Woman – il riferimento è a una serie Tv dei ’70 – campeggia sulle riviste specializzate e, insieme ad artiste quali Ani Di Franco e Fiona Apple, tiene alta la bandiera della musica d’autore al femminile targata Usa.
Cantautrice, violinista e chitarrista newyorkese, Joan As Police Woman ha iniziato la sua carriera collaborando come violinista, dal vivo e in studio, con artisti del calibro di Elton John, Lou Reed, Rufus Wainwright, Antony, Sheryl Crow, Sparklehorse.
Le basi di musica classica – ha fatto parte anche dell’orchestra sinfonica di Boston – le servono per ampliare i suoi universi musicali e, contaminazioni su contaminazioni, ad approcciarsi all’ambito rock, indie-rock e pop. Dopo varie collaborazioni (tra cui i Dambuilders, coi quali suona in tutto il mondo per 7 anni, ma sopratutto Nick Cave, Rufus Wainwright, Antony e Battiato), nel 2002 Joan Wasser da’ vita al suo progetto solistico con lo pseudonimo Joan As Police Woman.
Nel 2004 esce l’EP eponimo, autoprodotto, e realizzato in trio, a cui segue un lungo tour di spalla a Rufus Wainwright. Due anni dopo è la volta di “Real Life” realizzato dalla sola Joan e premiato agli Indipendente Music Awards come miglior disco pop rock dell’anno. L’esordio da solista è una piacevole novità per quest’artista che, da sempre abituata a suonare con e per altri musicisti, scopre la gioia di comporre, suonare e cantare interamente per se stessa.
Il secondo album, “To Survive”, esce nel 2008 e mostra sin dal primo ascolto una maturità artistica che suggella le svariare esperienze. L’anno successivo vede la pubblicazione di un nuovo album di cover e nel 2011 è la volta di “Deep Field”, disco estroverso e gioioso.
Una nuova prova di originalità Joan Wasser la offre nel 2014 con “The Classic”, forse il più solare e variopinto dato alle stampe dalla Poliziotta. Disco creativo e stravagante, quasi soul, che riprende e amplia quelle atmosfere dondolanti e il cantato profondo intravisti negli ultimi anni.
Joan Wasser sfugge ad ogni classificazione, piega uno strumento come il violino alle regole della musica rock, alternandolo alla chitarra e al piano, innescando una forza innovativa e dirompente nelle canzoni che scrive e canta.
Rock inteso come comune denominatore, ovvio, perché nella sua musica è impossibile non imbattersi in schegge di folk, black-music, pop, hip hop e soul.