La domenica è tempo di Korner Kaffè, me lo suggerisce il loro sito da cui apprendo anche che il giovedì è dedicato agli aperitivi con vini speciali e il venerdì alla musica dal vivo. C’è soddisfazione nell’andare in un posto e sapere già cosa troverai. Il Korner è in una traversa di Via Roma, colazione, punto pranzo, merenda, pizzeria, after dinner, ci puoi passare una giornata e ti fa compagnia. Lontano dal centro, è comunque molto conosciuto e frequentato. Il pomeriggio metto insieme un gruppetto di amici che come me vogliono uscire dopo una giornata piovosa passata in casa e andiamo a provare la “Domenicaperitivo”. Ci sono molti posti a sedere e c’è anche uno spazio fuori, riscaldato e coperto, per i fumatori. L’ambiente è semplice e accogliente, un lato del bar è dedicato al buffet che già a primo occhio sembra molto ricco. Il locale si riempie in fretta, ci sono famiglie di ogni età e tanti ragazzi. La musica è praticamente la compilation di Sanremo, adatta a grandi e piccini, comprendo la scelta e sono felice che sia contenuta dal chiacchiericcio della gente.
Qui non c’è una lista di cocktails da cui scegliere, quindi mi butto e ordino un Vodka Collins, lo chiedo in punta di piedi perché pochi sanno cosa sia ma oggi sono fortunata. In realtà è un drink semplicissimo fatto con vodka, succo di limone e soda (o acqua gassata) e naturalmente zucchero. Lo assaggio ed è esattamente come deve essere: “limonoso”. Gli manca giusto la ciliegina che da ricetta ci starebbe anche solo per dare un po’ di colore. Come mi spiega uno dei miei accompagnatori il mio cocktail non è altro che una variante del Tom Collins, fatto con il gin. Comincio a scoprire che mi sto portando dietro gente all’altezza, nella contentezza ne approfitto per assaggiare il suo Gin Tonic, di cui il mio amico è soddisfatto, io un po’ meno perché tardivamente mi ricordo che il gin solitamente lo evito. Nel frattempo ci siamo buttati sul cibo. Devo ammettere che da quando sono in missione God Save Finger Food sono più oculata nella scelta e nelle quantità, cercando di assaggiare più cose possibili. Ci sono primi, secondi e contorni, e là dove possibile in versione finger food. Gli spaghetti al pomodoro non sono niente di speciale, ma c’è chi se ne fa due piatti belli pieni quindi tutto sommato il potere della tradizione funziona. Io assaggio i ravioli con il radicchio, gustosi con il loro amarognolo, poi una specie di cous cous grosso con carne di maiale, dei ceci con salsa di pomodoro molto saporiti, dei classici involtini col prosciutto cotto, verdure miste lesse senza infamia e senza lode, e un purè (di cui vado matta) che non ho compreso, col prosciutto e ciò nonostante totalmente insipido e con un retrogusto amaro a rincarare. Le cose da scegliere sono tante, alcune sfiziose e altre meno, comunque lo definirei un buon buffet. Nel menù vedo che si può ordinare anche altro ovviamente, e noto che intorno molti prendono la classica pizza della domenica sera. Prendo una seconda bevuta, volevo un Caipirinha ma per sbaglio mi tocca un Caipiroska al lime. Allora esiste! Non c’è solo con la fragola! E’ molto buono, tiro l’ultimo sorso mentre riassaggio il purè che poverino non so cosa abbia fatto di male e metto a posto lo scontrino: il conto è del tutto nella norma, 7 euro aperitivo e 5 euro la seconda bevuta. Prima di andarcene noto una pattuglia dei carabinieri che entra, ovviamente li osservo: un caffeino ci sta tutto (ma anche due stuzzichini). Concordo con loro, caffè e back home. La prova finale consiste nel tornare a casa, vedere quanta sete ho e quanto ci metto a digerire il tutto. Non sono esagerata se dico che a volte sembra di aver mangiato sassi al lievito, ma nessun problema, in questo caso posso dormire sonni tranquilli.
(Foto: fanpage Korner Kaffè)