C’è una tartaruga gigante e un uomo che la cavalca in piazza della Signoria. Si chiama “Searching for Utopia” ed è una delle due opere di Jan Fabre, l’altra è “The man who measures the clouds (American version, 18 years older)“, che saranno esposte in piazza della Signoria per la mostra “Spiritual Guards”, un centinaio di opere visibili da oggi al 2 ottobre 2016 anche in Palazzo Vecchio e Forte Belvedere.
“La grande mostra Jan Fabre. Spiritual Guards , promossa dal Comune di Firenze, si svilupperà tra Forte Belvedere, Palazzo Vecchio e Piazza della Signoria – si legge nella presentazione del Mus.e – Si tratta di una delle più complesse e articolate mostre in spazi pubblici italiani realizzata dall’artista e regista teatrale fiammingo. Per la prima volta in assoluto un artista vivente si cimenterà contemporaneamente in tre luoghi di eccezionale valore storico e artistico. Saranno esposti un centinaio di lavori realizzati da Fabre tra il 1978 e il 2016: sculture in bronzo, installazioni di gusci di scarabei, lavori in cera e film che documentano le sue performance. Fabre presenterà anche due opere inedite, pensate appositamente per questa occasione”. In piazza della Signoria, “Searching for Utopia, di eccezionali dimensioni, dialogherà con il monumento equestre di Cosimo I, capolavoro rinascimentale del Giambologna”, spiega la presentazione.
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“The man who measures the clouds (American version, 18 years older)” si innalzerà sull’Arengario, o Ringhiera, di Palazzo Vecchio, tra le copie del David di Michelangelo e della Giuditta di Donatello”.
A Palazzo Vecchio saranno visibili anche una serie di sculture “che andranno a dialogare con gli affreschi e i manufatti conservati in alcune sale del percorso museale del palazzo, in particolare quelle del Quartiere di Eleonora, assieme alla Sala dell’Udienza e alla Sala dei Gigli – spiega ancora la presentazione – Tra le opere esposte anche un grande mappamondo (2.50 m di diametro) rivestito interamente di scarabei dal carapace cangiante, la cui forma e dimensione dialoga perfettamente con il celebre globo conservato nella Sala delle Mappe geografiche, opera cinquecentesca di Ignazio Danti”.
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