Un sostegno alle famiglie in difficoltà e alle mamme con neonati, per un totale di 1.800. E’ questo l’Emporio della Solidarietà che da otto anni distribuisce generi alimentari e beni di prima necessità. Il supermercato solidale promosso da Diocesi, Comune, Provincia e Fondazione Cassa di Risparmio di Prato che ha saputo trasformarsi in una delle realtà sociali più importanti della città.
“L’assistenzialismo offre un aiuto materiale ma toglie la libertà, il supermercato solidale va invece nella direzione opposta – ha spiegato l’economista Stefano Zamagni durante la presentazione del bilancio sociale 2015 – lasciando la libertà di scelta, responsabilizzando, creando una reciprocità fondamentale per il sostegno del welfare. La realtà dell’Emporio della solidarietà di Prato è un punto di riferimento nazionale, un’applicazione della sussidiarietà circolare che è la frontiera verso cui nel tempo tutti dovranno andare”.
I numeri
“Nel 2015 sono stati erogati un milione e 157 mila di pezzi, per un valore commerciale di oltre due milioni di euro – si legge nella nota stampa – Rispetto al 2014 è diminuita la quantità di latticini e salumi, mentre è raddoppiata la quanità di frutta e verdura grazie ad accordi con i centri di distribuzione di Grosseto e Bologna, oltre che da quello già esistente con la Mercafir di Firenze. Incrementati anche pasta e riso grazie al nuovo accordo con l’Agea (ora Fead) che ha ricominciato a conferire prodotti. Durante l’anno sono state tre le raccolte alimentari nei supermercati pratesi che hanno permesso di raccogliere 428 quintali di prodotti per famiglie e 66 quintali per neonati. Oltre alla merce, importante è anche la raccolta fondi rinforzata dalla campagna “Aiutaci a riempirlo” promossa in occasione della visita di Papa Francesco e che ha portato a donazioni per 87.936 euro. A questi si affianca la raccolta fondi da rete Emporio (26.631 euro), da rete Caritas (32.930 euro) e da Adotta una famiglia (13.875 euro).
Sono 1845 le tessere distribuite nel 2015 per aiutare le famiglie, soprattutto quelle più numerose. Il numero di famiglie assistite è sostanzialmente costante (-1%) rispetto agli anni scorsi, mentre nel 2016 si prevede un aumento delle tessere. I cittadini italiani costituiscono il 51,2% delle famiglie assistite e sono la quasi totalità dei nuclei di piccole e medie dimensioni. Seguono famiglie provenienti dal Marocco, dall’Albania, dalla Romani, dalla Nigeria e dal Pakistan.
Il valore medio erogato per famiglia è di 725 euro, con un minimo di 318 euro per i nuclei più piccoli e un massimo di 964 euro per quelle numerose. Oltre alle famiglie sono state assistite anche 304 mamme con figli neonati (sotto i 18 mesi di vita), inviate all’Emporio tramite il Centro Aiuto alla vita. Per loro esiste un settore dedicato con pannolini, omogeneizzati, biscotti, minestrine, pappe e latte in polvere. La provenienza delle mamme vede al primo posto la Nigeria, mentre le italiane sono solo il 9,9%.
Hanno detto
L’Emporio “E’ testimonianza dell’anima della città di Prato, una città dal cuore grande – ha detto il vicesindaco Simone Faggi, aprendo la presentazione del Bilancio sociale 2015 -. Tutti i territori hanno la necessità di trovare risposte concrete alla lotta alla povertà e ai bisogni delle persone. Per Prato l’Emporio è una risposta importante”.
La distribuzione di generi alimentari a chi ha più bisogno e la lotta allo spreco alimentare sono due facce di una stessa medaglia che l’attività dell’Emporio fa conciliare, come ha spiegato don Carlo Stancari, vicario episcopale per le opere, portando i saluti della Diocesi: “L’impegno è su entrambi i fronti, anche in collaborazione con le istituzioni cittadine. La risposta di solidarietà che viene data con i supermercati solidali devono andare di pari passo con un abbattimento degli sprechi alimentari che si registrano ogni giorno”.
Un ruolo importante è svolto dai volontari, che la direttrice della Caritas Idalia Venco ha voluto ringraziare: “Anche oggi è in corso la raccolta alimentare nei supermercati cittadini. E anche oggi possiamo farlo grazie ai tanti volontari. Tra loro ci sono anche persone con la tessera dell’Emporio, segno di quella reciprocità che contraddistingue questa realtà”.