“Manifesto Urbano” è il nome del progetto fotografico curato da Filippo Basetti che potrete cercare e ammirare in alcune strade di Pistoia fino al prossimo 12 aprile. Cinque fotografi e dieci immagini ciascuno per cinquanta manifesti (90 x 130 cm) affissi nelle strade di Pistoia al posto di altrettanti manifesti pubblicitari. E’ la fotografia che reclama e si prende spazi, una mostra all’aperto che prova a reinterpretare la città attraverso cinque sguardi differenti.
La mostra è promossa da Settegiorni Editore in collaborazione col Comune di Pistoia e le associazioni Cartabianca e Artmonia e rientra nel programma di Leggere la città, la rassegna sostenuta e organizzata dal Comune che dal 7 al 10 aprile farà di Pistoia la casa del pensiero urbano.
Se non volete perdervi nemmeno una foto di “Manifesto Urbano” vi conviene seguire l’itinerario che passa da via Bindi, via Calamandrei, nei pressi della stazione ferroviaria, in corso Gramsci, piazza della Resistenza, via Dalmazia, piazza San Lorenzo, largo Molinuzzo e via Antonini.
“I cinque autori coinvolti in questa edizione propongono il loro modo di guardare la città che, attraverso le immagini che la ritraggono, si vede restituire gli spazi concessi al pubblico” si legge nella presentazione.
Filippo Basetti ha realizzato scatti – fotografie dentro le fotografie – ispirati ai brani del libro “Leggere la città” di Giovanni Michelucci e Aurelio Amendola decontestualizzando particolari che spesso passano inosservati.
Martina Bruni ripete più volte un’unica fotografia: le immagini, sovrapposte fra loro sul medesimo supporto, costituiscono la visione sintetica di un’esperienza, un’idea, un viaggio fra le tradizioni e le innovazioni offerte dalla città.
Mario Carnicelli, ispiratore del progetto, propone due serie fotografiche che, partendo da un singolo elemento della città, diventano racconto, movimento, percezione delle trasformazioni di una società nel tempo.
Chiara Marraccini presenta dieci autoritratti in altrettanti spazi urbani, realizzati fotografando la città riflessa nel lume della sua bicicletta.
Alessandra Repossi presenta dieci immagini di una città indefinita, o meglio, della sua percezione. Una città pura, senza elementi di disturbo come l’essere umano o gli oggetti in movimento.