Torna a Pistoia “Leggere la città”, la rassegna promossa e organizzata dal Comune, che in questa sua quarta edizione ha per tema #Lacittàdeldialogo. Nell’anno in cui si prepara ad essere Capitale della Cultura, dal 7 al 10 aprile 2016, Pistoia affronta con la sua manifestazione il tema del dialogo. E come sempre lo fa invitando personaggi dei più vari campi del sapere: architetti e filosofi, scrittori e sociologi, fotografi, giornalisti e tanti altri, per un totale di 40 appuntamenti, 60 ospiti, 7 mostre e tantissimi luoghi coinvolti.
Quattro giorni di incontri, lezioni, mostre, passeggiate, concerti, spettacoli e laboratori faranno di Pistoia la casa del pensiero urbano, per riflettere sul tema del dialogo, come fondamentale strumento per lo sviluppo democratico di una comunità. La capillare estensione di internet e dei nuovi media ha reso più immediato e diffuso l’accesso all’informazione e più facile e veloce il confronto tra persone appartenenti anche a paesi e culture molto distanti tra loro; non sempre però a questo è seguito un miglioramento qualitativo del confronto, che – anzi – rischia sempre più di essere viziato dalla diffusione di sentimenti xenofobi e intolleranti, più o meno manifesti, e dal radicamento di nazionalismi e fondamentalismi, non soltanto religiosi.
Leggere la città proporrà occasioni di approfondimento sul dialogo, inteso sia come dialogo tra le diverse parti della città (i centri e le periferie, le aree urbanizzate e quelle rurali), sia tra le componenti sociali della città stessa (religiose, culturali, generazionali) e svilupperà il concetto di laicità, intimamente connesso al tema del dialogo, in quanto unico terreno sul quale è possibile sviluppare un confronto democratico, pieno e autentico.
Tantissimi gli ospiti in programma: il filosofo Remo Bodei, nel suo intervento “Se il senso del limite favorisce il dialogo”, sviluppa proprio il concetto di laicità; mentre lo storico e giornalista Adriano Prosperi parla del rapporto tra il dialogo e la democrazia. Eligio Resta, membro laico del Consiglio superiore della Magistratura dal 1998 al 2002, riflette sul rapporto con l’altro nell’incontro “Una scommessa sul codice della fraternità”, mentre Paolo Maddalena, già presidente della Corte Costituzionale, propone un approfondimento sul rischio della città di “diventare preda della finanza”. Il dialogo tra generi è affidato alla filosofa Michela Marzano, mentre quello religioso è al centro di un incontro tra i “figli di Abramo” (il Cristianesimo, l’Islam e l’Ebraismo) alla presenza, tra gli altri, del presidente dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia Izzadein Elzir.
Quest’anno, sotto il titolo “Storie di città”, la rassegna propone una serie di incontri dedicati a città simbolo del dialogo, a volte interrotto, a volte fecondo, in tutti i casi costitutivo dell’identità stessa di quelle comunità, come Gerusalemme, Venezia, Palermo e Istanbul, quest’ultima raccontata dal giornalista Siegmund Ginzberg.
Si rinnova poi il rapporto con Goffredo Fofi e la sua rivista degli Asini, che ripropone anche per questa edizione di Leggere la Città i seminari della “Università elementare”, dedicati quest’anno al tema “Che cos’è l’arte. Di che arte oggi c’è bisogno” (tra le presenze Tomaso Montanari, Piergiorgio Giacché, Alfonso Berardinelli, Serena Vitale).
Il rapporto tra le trasformazioni fisiche della città e lo sviluppo democratico della comunità è infine il tema intorno al quale rifletteranno i molti architetti e urbanisti invitati: la riacquisizione all’ambiente naturale di parte della città contemporanea è il tema della lectio magistralis di apertura affidata all’architetto urbanista e paesaggista tedesco Andreas Kipar; l’urbanista ed ex assessore regionale Anna Marson interviene sui temi della pianificazione del paesaggio; l’esperta di mobilità sostenibile Anna Donati indica la strada per una “mobilità nuova”; l’architetto svizzero Mario Botta, tra le più significative figure dell’architettura contemporanea, riflette sul dialogo nella “città pubblica”; infine i due urbanisti Vezio de Lucia, ormai ospite affezionato di Leggere la Città, e Carlo Cellamare sviluppano un ipotetico dialogo tra le diverse parti della città – ad esempio, il centro e la periferia.
La rassegna, con il suo titolo, rende omaggio al grande architetto pistoiese Giovanni Michelucci, richiamando il suo libro “Pistoia: leggere una città”: leggerla come fosse un libro di pietra, nel suo essere città variabile, città tenda, città del dialogo. Sono tra le pagine più belle del pensiero di Michelucci che, attento al disagio urbano, al tessuto degradato e a quello marginale, mise al centro delle sue architetture le persone e il loro vivere. Ad illustrare nel volume i pensieri di Michelucci, c’erano le immagini di un altro maestro pistoiese, il fotografo Aurelio Amendola, che renderà omaggio all’architetto, esponendone, per la prima volta, alcune delle più significative proprio nelle sale del Centro Michelucci.