Martedì 8 Marzo – Luca Carboni (Obihall)
Non potevamo dimenticare, non potevamo non anticiparci, non potevamo non segnalare. Stasera il palco dell’Obihall ospita uno degli ultimi cantautori bolognesi rimasti bolognesi. Luca Carboni, l’uomo il cui record di consumo di Gommina Simmons batte quello del suo rivale dei tempi, Francesco Baccini. L’artista con l’emocromo più basso (si narra la sua dipendenza da acqua delle mozzarelle) e con la con la fronte più alta del panorama musicale nostrano, le cui liriche riuscirebbero a fare commuovere anche Simona Ventura dopo una serata come madrina al Twiga. L’evento è consigliato a tutti, nonostante si tratti di una specie di rimpatriata degli over 35: perché Carboni è patrimonio nazionale, anche se molti l’hanno conosciuto con la malinconica “Mare mare”, unica canzone triste ad avere vinto il Festivalbar. Singolare, in quell’anno, fu anche l’abbigliamento del bolognese, che si esibiva con una specie di cerata gialla e gli occhiali da motociclista: roba che al confronto sarebbe apparso elegante anche Lucio Dalla con la canotta e il cappellino di lana nel 1982. Stasera a Firenze riusciamo a perdonare a Carboni anche la militanza da tifoso rossoblù, con tanto di simpatica dedica ai tifosi viola (“siete poco sportivi”) nella celeberrima “Inno Nazionale”. Facciamo finta di niente, perché il cavallo è di razza, nonostante sia drammaticamente invecchiato: ma solo i grandi riescono ad aprire la propria discografia con brani epocali come “Ci stiamo sbagliando”. Ed ai grandi va dato il giusto tributo, nonostante Luca non riesca a pronunciare la “zeta”, nonostante la sua malinconia talvolta diventi una sorta di macchietta sociale. Ma del resto le macchiette sono all’ordine del giorno, e non ci regalano stupore, lo stesso stupore che invece caratterizza i nostri pensieri quando vediamo frotte di trentenni assembrarsi alle letture di quel curioso essere denominato Guido Catalano.
Mercoledì 9 Marzo – Buena Onda – Teatro della Pergola
Il disgelo di Marzo è arrivato anche al Teatro della Pergola. E col disgelo non si può non regalare al pubblico di questo storico palcoscenico un artista con la a minuscola come Rocco Papaleo. Il simbolo della Basilicata, regione nota ai più per essere dopo il Molise la terra dove praticamente non succede mai un cazzo, approda a Firenze con un originalissimo spettacolo di teatro canzone. Perché non scordiamoci che Papaleo ci nasce cantautore, non molto fortunato (ma del resto chi lo sarebbe cantando in lucano), e si trasforma poi in attore. Sguardo acuto, talmente acuto da farlo approdare come valletto a Sanremo nella fantastica edizione targata governo Monti, il Rocco che i più ricordano per aver interpretato se stesso sotto lo pseudonimo di Rocco Melloni in Classe di Ferro, ci regalerà una serata nel nome del Sud. Avanguardie, è questo quello di cui avevamo bisogno, e questo poliedrico attore ce ne regala alcune al sapore di caciocavallo. Forza Rocco senza i suoi fratelli.
Giovedì 10 Marzo – Negrita (Obihall)
Il rock in Italia esiste? Stasera avremo l’opportunità di capire se questo storico quesito, su cui noi abbiamo già un’opinione, trova una risposta. I capostipiti del rock di provincia, duro e penetrante come un discorso di Di Battista alla Camera, sono sul palco dell’Obihall, e lo sono dopo appena una settimana dall’intelligente spettacolo al Puccini del loro amato amico e conterraneo Andrea Scanzi. Sarà un live potentissimo, per questa band il cui nome è un tributo ai Rolling Stones: del resto il calibro del gruppo in questione rasenta e ricorda proprio quello di Jagger e soci, e lasciamo stare facili conclusioni snob sul tipo di musica suonato e sul proprio pubblico, che sta ai fan di Vasco Rossi come Democrazia Proletaria stava al Partito Comunista Italiano. Un oltranzismo rock di facile presa che ci fa trascendere, facendoci balzare in testa un paio di domande: perché non esiste una legge nazionale per il controllo e la gestione della sale prova in provincia? Perché non ci sono dei commissari ministeriali per la valutazione nella vendita e nella diffusione di strumenti musicali?
Il concerto sarà una bomba, siamo sicuri. Nonostante il tempo passi per tutti, il pizzetto decolorato e il doppio orecchino rimane un must per il rock targato Arezzo. Anche a 49 anni suonati. Buona serata.
Venerdì 11 Marzo – Florence Korea Film Festival (Cinema Odeon)
Non è sessismo, è solo una fotografia di quello che abbiamo visto in giro. Se andiamo a fare un brunch, magari in una famosa bakery troviamo un locale il cui tasso femminile si aggira fra il 91 ed il 98%. Se andiamo al Korea Film Festival è la stessa cosa. Ma non perché i coreani non sappiano fare cinema, ci mancherebbe altro. Questi si vincono Cannes di tacco, sparano violenze e sentimenti in un mix favoloso. Ma sono orientali, e da orientali non è che siano molto credibili per certe cose: poetici, poetici, poetici, poi violenti all’inverosimile. Schizoidi? Forse.
Fatto sta che, come già detto, è un festival cinematografico targato al femminile. Che forse i mariti o i fidanzati sono impegnati in altre serate o vedendo altri film, come un bel Coppola o un primo Scorsese, dove ci sono i morti ammazzati normali e le donne, tutte sposate si chiamano tutte Mary.
La rassegna in ogni caso è ricca, e ringraziamo l’istituzione Odeon (perché non è un semplice cinema questo, è palese) per il lavoro di cultura che fa, sempre e comunque. Un po’ per tutti, in questi giorni soprattutto per le nostre signore, la cui pazienza nel vedere film in lingua coreana sottotitolati rasenta quella del vicino di casa di Mario Adinolfi.
Sabato 12 Marzo – The Jon Spencer Blues Explosion (Auditorium Flog)
Al solito, lo fanno apposta. E lo fanno bene. Perché con la storia che mezzo mondo si sta guardando comodamente Vinyl a casa, l’Auditorium Flog ospita, questa sera, un signore del rock. Poco importa che nel suo nome manchi una H, del resto anche Al Bano si chiama Albano. Del resto anche i nostri artisti hanno talvolta pseudonimi lisergici, come Levante o Calcutta. Stasera si celebra il rock americano, lo stesso rock che si celebra nella oramai famosa serie, macchiettistica ma esaltante per chi ama questa musica. Astenersi perditempo, che anche se il signor Spencer ha suonato mille e mille volte dalle nostre parti, è sempre un grande spettacolo. Birra media, mi raccomando, non si tollerano altri drink.