rock

I The Nion nascono inizialmente come duo acustico nel 2003. Nel 2013 esce il loro primo Ep “Il re”. Attualmente con una nuova formazione, sono in tournée per promuovere l’uscita del loro ultimo disco “Atto di Protesta” registrato con Francesco Cugia, il chitarrista dei Piqued Jacks.
Il loro è un rock in puro stile anni ’90 cantato rigorosamente in italiano. Come dice il cantante Phil: “Mi piace scrivere cose che abbiano un senso e con temi impegnati. Da qui la scelta di cantare in italiano, perché voglio che le cose che dico arrivino alla gente. Sarebbe semplice cantare in inglese. Qualsiasi cosa dici sembra più figa: Forever, Stranger, ma secondo me devi avere un vocabolario più ampio. L’italiano si sa è più difficile e meno rock, ma lo preferisco”.

Stasera suoneranno a Officina – durante la serata finale del corso di giornalismo – i loro nuovi brani, ma scopriamone di più.

Come nasce “Atto di Protesta”?

ADP ha avuto una gestazione lunga. Dopo il precedente EP del 2013, ci siamo messi a comporre le canzoni per il disco successivo, con l’idea di fare un LP. Quindi, un album più lungo e articolato. Il cambio di chitarrista, a luglio del 2014, ci ha frenato momentaneamente ma ci ha anche permesso di ripartire con la rincorsa, trovando in Alex nuove idee e un pò di “aria nuova”. Questo ha voluto dire, rimetter mano a quel che c’era e creare nuove canzoni.

Tra i nuovi brani composti, mi hanno particolarmente colpita i due adattamenti dalle celebri graphic novel di Alan Moore: “V per vendetta” e “Watchmen”. Come mai questa scelta?

Io sono sempre stato un appassionato di fumetti e ritengo le due graphic novel di Alan Moore romanzi visivi di una potenza espressiva incredibile. Aiutato dal fatto che hanno avuto una traduzione cinematografica, ho scritto “Il diario di Rorschach”, ritenendo che, tra i personaggi di Watchmen, questo giustiziere psicologicamente deviato fosse un personaggio da omaggiare. Da Watchmen a V for Vendetta il passo è stato breve.

Come nascono di solito i vostri pezzi? Quali le ispirazioni?

Non abbiamo una modalità codificata. Posso portare io testo e musica e lavorarci in sala prove con gli altri. Può partire tutto da un riff di chitarra. “Finalmente domenica” ha unito un giro di chitarra di Alex ad un ritornello che avevo in testa: unirli è stato relativamente semplice. Di solito, partendo dalle chitarre o dalla melodia della voce, la parte ritmica ci da’ quell’apertura di cui un brano ha bisogno per non ristagnare in se stesso. Simone cerca la ritimica che si possa amalgamare meglio con quanto sta sentendo, oppure, proponendone una, porta il brano in una determinata direzione. Con il basso di El Mazzo, il discorso cambia leggermente. Lui ed io siamo un pò più punk rock e questo ci permette, in alcuni pezzi, di puntare a fare muro e spingerci in territori un pò più “pesanti”. Musicalmente, le canzoni sono il risultato dei gusti musicali di noi quattro. Per quanto riguarda i testi, se non sono io a portare una canzone “completa”, aspetto che gli si sia data una linea, mi chiudo nella zona notturna del giorno e butto giù il testo. Scrivo di getto e poi lo cesello, cercando quelle frasi e parole che possano meglio esprimere ciò che voglio comunicare, se quanto scritto non mi soddisfa in pieno. Alcune nascono in modo strano. “Dio della guerra”, per esempio, è musicalmente nata alle mie prove con i Last Dogs, la Pearl Jam Tribute nella quale canto. Ho iniziato a suonare ed il batterista mi è venuto dietro. Gli ho detto: “Ok! rifacciamola e registriamo!”. Ho scritto il testo, riadattando alcuni vecchi appunti, e la canzone è apparsa.

Ho notato che nel cd c’è un’insolita numerazione delle tracce. Perché?

Ahahahah! Abbiamo inserito, dove mancano i numeri delle tracce, dei file audio, secondo la scuola delle colonne sonore dei film di Tarantino. Volevamo, però, che nella tracklist non comparissero, aspettando che, come te, qualcuno se ne accorgesse.

E ora non resta che ascoltarli stasera, sala eventi di Officina Giovani, ex Macelli, Prato. Ingresso gratuito.

 

 

Scritto da Ilenia Vecchio