Il porno maschile sul web ha tanti canali cui attingere oltre ai famosi e ormai accreditati YouPorn e PornHub, ma cosa si può dire riguardo all’immaginario sessuale femminile che non si riconosce affatto in questi prodotti?
Adesso qualcosa sta cambiando. “In Italia esiste un movimento culturale che vuole modificare la pornografia secondo una prospettiva femminile”. Queste le parole di Vanity Fair. Si tratta de Le Ragazze del Porno (RDP), un gruppo di registe italiane che ha deciso di lavorare insieme per realizzare dei cortometraggi porno d’autore. Ideatrici del progetto sono Tiziana Lo Porto e Monica Stambrini con cui collaborano Erica Z. Galli e Martina Ruggeri per Industria Indipendente e le registe Lidia Ravviso, Slavina, Regina Orioli, Anna Negri, Titta Cosetta Raccagni ed Emanuela Rossi.
Nel video promozionale visibile sul loro sito si parla di: “Un porno pensato per le donne e il loro immaginario perché non esiste un porno per le donne anche se molte lo consumano”. La definizione scelta è: “Realismo sessuale cinematografico, pop e consapevolmente politico“.
Per saperne di più ho intervistato una delle fondatrici del collettivo, Monica Stambrini, per dar modo così a tutte le donne pratesi e non di farsi un’idea a riguardo e interrogarsi sull’argomento.
Come è nato il vostro progetto?
“Da un’idea mia e di Tiziana Lo Porto che aveva recensito un’operazione simile fatta in Svezia (Dirty Diaries) e in Francia (X-Femmes) e ci siamo dette: “Perché non lo facciamo anche in Italia?”. Erano i tempi di “se non ora quando” e del corpo delle donne, dunque le donne cominciavano a sentire l’esigenza di mettersi insieme. L’idea di farlo anche fra registe e mettendo in scena la sessualità sembrava la cosa per noi più forte e sentita. Le adesioni delle registe sono state tante, da subito. Poi col tempo siamo rimaste in dieci”.
Dalla vostra esperienza cosa potete raccontare riguardo l’immaginario femminile che solitamente viene ignorato, anche dall’universo maschile?
“Che siamo solo agli esordi. Le donne (generalizzando) non sono abituate a esprimere il loro immaginario sessuale. Noi siamo in dieci e ognuna di noi ha il suo immaginario. Forse però le donne sono più hard – ad esempio hanno a che fare con sesso e sangue con meno problemi”.
Interessante la definizione nel video di promo di “Pop e consapevolmente politico”. Come mai questa scelta?
“Se decidi di occuparti di sessualità a livello sociale e culturale (come la nostra associazione) stai facendo per forza di cose un discorso “consapevolmente politico”. Riguardo al pop ci riferivamo a dei prodotti pop, per tutti. Non so quanto siamo riuscite in questa impresa, lo capiremo con gli spettatori dei nostri corti. Finalmente ne abbiamo finiti due: “INSIGHT” di Lidia Ravviso e Slavina, il mio “QUEEN KONG” e siamo a metà riprese del terzo “MANI DI VELLUTO” di Regina Orioli. Speriamo di farli circolare presto a festival/proiezioni/eventi e VOD”.
Sempre nel video di promo si parla della differenza tra l’apertura a riguardo in paesi come Svezia e Francia rispetto al taboo che vige in Italia. Cosa si potrebbe fare per cambiare le cose secondo voi?
“Bella domanda. In Italia è un problema culturale e sociale appunto. Difficile cambiare le cose velocemente. Tutti guardano porno, tutti leggono di porno e s’interessano (quotidiani e riviste in primis), ma nessuno trova il coraggio di investire dei soldi in un progetto come il nostro mettendoci la faccia o facendosi portavoce o distribuendoci. La cosa che più spesso ci dicono è: “Che coraggio che avete. Ci voleva”. E finora il nostro coraggio è stato solo quello di dire pubblicamente: “Noi lo vogliamo fare”.
Qual è la risposta del pubblico e la reazione che avete riscontrato da parte delle donne su questo progetto?
“Molte persone ci fanno delle donazioni (da 5 a 100 euro) ancora oggi e ci supportano proprio per incoraggiarci a portare avanti il nostro progetto che evidentemente manca e di cui sentono il bisogno. Infatti, se noi RDP andiamo avanti con tutte le difficoltà e gli ostacoli che abbiamo è anche grazie a loro. E le donne sono ovviamente le più coinvolte (ma non solo le donne). Detto questo, ora avremo dei film da far vedere e dunque non saremo più solo un progetto, ma avremo dei “prodotti”. Vedremo come verranno recepiti e soprattutto DOVE si potranno vedere. Daremo indicazioni in questo proposito sul nostro sito www.leragazzedelporno.org e sulla pagina di Facebook leragazzedelporno 0.1 e twitter leragazzedelporno. Seguiteci”.
Scritto da Ilenia Vecchio