C’è una ragazza di Mezzana che stava con un musicista fiorentino. Se dico “stava” è perché già da un po’ che si sono lasciati. Io non ne so molto, ma se ne scrivo è perché le poche informazioni in mio possesso mi sembrano belle e tragiche come sono queste cose. Queste cose di gente che si lascia. Mi risvegliano familiari traumi antichi, è ovvio, ma non è adesso quello che importa.
Lei, la ragazza di Mezzana, è arrivata da noi la sera di Natale che si era lasciata da un momento e aveva una bottiglia di liquore polacco in mano, beveva direttamente a boccia. Aveva imparato dal musicista rock, ho pensato io. Era bella la scena di lei con quella bottiglia, ci stava bene anche con il Natale, dico. Ci ha raccontato che con lui era finita e che avrebbe lasciato la casa a Firenze, che sarebbe tornata dai suoi genitori. Ok, abbiamo detto noi, se vuoi a volte puoi stare qua a casa nostra. Lei ha scosso la testa, no, non amo chiedere niente a nessuno.
La ragazza di Mezzana è fatta così, intrattabile, la musa perfetta per un musicista. Poi dopo qualche tempo mi hanno detto che anche dai suoi genitori a Mezzana non ci stava più. Aveva litigato anche con loro e per questo ora viveva in auto e sui divani, fiorentini, pratesi dovunque.
Penso al musicista fiorentino, me lo immagino che torna a casa, nella casa vuota, mi chiedo come sta, se è triste, se torna a casa si avvicina alla chitarra e suona una singola nota, la lascia risuonare come stupito da quel suono. Mi chiedo anche per deformazione professionale se c’entra qualcosa in questa storia il fatto che lei sia pratese e lui fiorentino, mi chiedo se si rimetteranno insieme, chissà come finisce questa storia.
Presto lei sarà ospite anche sul nostro divano, e le chiederò tutto, ma è difficile far domande e ancor più avere le risposte, quando si diventa personaggi di canzoni rock, o di racconti.