Pascal Rambert è un regista francese “che lavora sulla creazione contemporanea riuscendo a creare momenti teatrali di rara intensità” si legge nella presentazione della “Prova”, che andrà in scena dal 1 al 3 marzo al Fabbricone. “Un lavoro – si legge ancora – sulla scrittura scenica e l’atto creativo con al centro l’essere umano e l’artista confusi e messi a nudo di cui sono protagonisti Anna Della Rosa e Luca Lazzareschi insieme a Laura Marinoni e Giovanni Franzoni”.
“Si tratta di uno spettacolo che assume la forma di equazione priva di incognite – spiega la nota del Metastasio – in una sala prove, Laura (attrice), Anna (attrice), Luca (scrittore) e Giovanni (regista) assistono all’implosione della loro unione artistica. La storia sulla scena è semplice: sta per iniziare una prova di lettura a tavolino di un gruppo di affiatati artisti teatrali (due attrici, lo scrittore, il regista: due coppie), e una delle attrici, che ha notato uno sguardo d’intesa tra lo scrittore suo compagno e l’altra attrice, dà sfogo alla sua disperazione. Dopo di lei prendono la parola l’altra attrice, lo scrittore, il regista, ognuno dichiarando la fine del gruppo stesso (della loro “struttura”, così come amavano definirsi). Sarà vero? o la prova inizierà normalmente e tutto quello che abbiamo visto e sentito è solo quello che i personaggi avrebbero voluto dire ma non hanno detto, tenendolo seppellito sotto uno strato di convenienze e confondendo pensieri, ricordi, brani del testo che stanno provando a tavolino? Forse tutto quello che abbiamo visto e sentito diventerà materiale drammaturgico per il testo dello scrittore”.
“Ho cercato di mostrare – ha spiegato Rambert – come, all’interno di uno sguardo, potessi costruire un mondo, un mondo che poi ho voluto far implodere. La realtà viene osservata su piani diversi. Ho spesso l’impressione che ciò che chiamiamo verità non risieda necessariamente in ciò che chiamiamo realtà ma molto più di frequente nelle finzioni. E ho visto più verità in alcuni momenti di teatro, danza e letteratura che nella vita stessa. Ho cercato di mostrare questo passaggio costante che caratterizza il mestiere dell’artista tra ciò che attingiamo dalla vita, la sua trasformazione in materia immaginaria e questo flusso continuo che è l’oggetto del nostro parlare. Per me la vita e la finzione sono sempre legate l’una all’altra. Non si interrompono mai. Questo flusso ininterrotto è uno dei possibili argomenti dello spettacolo”.
Al Teatro Fabbricone dal 1 al 3 marzo, ore 21. Biglietti da 7 a 17 euro.