“L’invisibile ovunque è il nostro modo di non celebrare il centenario della Grande Guerra“, scrivono i quattro autori del collettivo Wu Ming sul loro blog Giap. Il centenario della Prima Guerra Mondiale cadeva nel 2015 e proprio lo scorso autunno i quattro autori conosciuti come Wu Ming (Senza nome in cinese), quattro scrittori che nel 1999 rivoluzionarono il romanzo storico italiano con “Q”, davano alle stampe quello che loro stessi considerano il loro personale congedo dal genere. “L’invisibile Ovunque” e Wu Ming 1, Roberto Bui, saranno a Prato venerdì 4 marzo alle 18, negli spazi sempre più letterari di Aut (via Filippino). L’incontro è organizzato da Left Lab e Sentieri Partigiani.
“L’invisibile ovunque” è composto da quattro racconti che trattano ognuno a modo suo la fuga o il tentativo di fuga dall’orrore della guerra. “Qualcuno si arruola negli Arditi, scansando la vita di trincea, al prezzo di divenire un uomo-arma, un pugnale con braccia e gambe, che un potere futuro potrà usare a suo piacimento. Di questo potere si sente già la presenza, cupa, ineffabile” si legge su Giap.
“Qualcuno sceglie la renitenza alla leva o la sfida all’istituzione psichiatrica, accettando il rischio che la follia simulata diventi reale. Qualcuno trova il modo di nascondersi nelle pieghe della guerra, praticando l’umorismo e il paradosso, esplorando gli abissi della psiche umana, fantasticando piani grandiosi per farla pagare al mondo che ha reso possibile la carneficina. Qualcuno sperimenta la mimetizzazione e l’utopia di un’invisibilità che renda impossibile agli uomini combattersi”.