La coscienza dei luoghi. Il territorio come soggetto corale. Questo il libro di Giacomo Becattini – l’autorevole economista legato a doppio filo a Prato di cui è cittadino onorario – che verrà presentato maartedì 23 febbraio alle 16:30 nella sala consiliare del palazzo comunale. Si tratta di un evento pensato dal Comune per sviscerare al meglio l’affascinante argomento del “luogo” inteso come matrice e tessuto connettivo dei mondi di vita e della produzione, il “luogo” che educa la comunità che lo abita, il “luogo” quale patrimonio di saperi, culture, esperienze e tradizioni che fornisce la direzione da percorrere per crescere e continuare ad arricchirsi.
«La coscienza di luogo – scrive in un passo del suo libro – è un passaggio intermedio per riacquistare la responsabilità sociale e può riaprire la strada a una visione della società che vada oltre il mercato. Ad esempio verso un’economia cooperativa. La quale si fonda su un concetto limpido: la produzione è un fatto sociale e quindi una manifestazione di cooperazione fra soggetti».
Ed è in questa prospettiva ribaltata che Becattini definisce i distretti industriali dei “sistemi economici locali fondati sulla valorizzazione del patrimonio territoriale”, individuandoli quale “primo antidoto alla crisi da gigantismo industriale e finanziario della globalizzazione”. E di territorio come “matrice patrimoniale di un globale” fatto da una “moltitudine di mondi locali” che cooperano tra di loro ne parla anche con l’urbanista Alberto Magnaghi, il dialogo col quale occupa l’ultima parte del libro. Da questo confronto emerge la riflessione su come l’unica strada possibile sia “la costruzione di una, cento, mille, un milione di coscienze di luogo. Qui l’individuo non è perduto nell’ambiente di lavoro, né è succube dell’atmosfera aziendale, ma è parte attiva di una comunità di persone insediate in un dato luogo. Qui, nella dialettica della vita quotidiana, si formano la sua personalità e le regole che governano la coesistenza». È necessario, in questa prospettiva, che l’economia recuperi le sue radici. «Nel corso del tempo – scrive Becattini – si è sviluppata l’idea che il discorso economico ha una natura intima diversa da quella che lo vuole strumento della felicità umana». L’economia deve tornare a essere «quello che era in origine, vale a dire lo studio dell’organizzazione sociale più favorevole alla felicità dei popoli».
Becattini è un profondo conoscitore di Prato. Ha studiato il distretto industriale individuandone e valorizzandone le caratteristiche uniche che lo hanno poi portato a essere modello studiato in tutto il mondo, con quel suo capitalismo diffuso, moderato dalla mobilità sociale e dalla mediazione istituzionale. E’ stato il primo Presidente dell’Istituto di ricerche Iris, che ha contribuito a fondare. Ha quindi approfondito altre tematiche economiche che hanno rafforzato la capacità dei pratesi di comprendersi e capire la città; è stato coordinatore del IV volume della Storia di Prato dello storico francese Fernand Braudel, dal titolo “Prato storia di una città (1943-1993)“; ed è l’ideatore e coordinatore della libera scuola di Artimino, il ciclo di seminari sullo sviluppo locale, un appuntamento ormai obbligato per la discussione delle dinamiche dei distretti industriali e dei più interessanti casi internazionali di modelli locali di organizzazione della società e dell’economia.
Alla Conferenza interverranno Mauro Bonaiuti dell’Università di Torino, Massimo Bressan presidente dell’Iris, Alfiero Falorni di Alfamark, Marco Bellandi, Gabi Dei Ottati, David Fanfani e Luciana Lazzaretti dell’Università di Firenze; Giampiero Nigro dell’Istituto Internazionale Datini e Fabio Sforzi dell’Università di Roma.
Apriranno i lavori il sindaco Matteo Biffoni, l’assessore alle Attività produttive della Regione Stefano Ciuffo. Modera l’assessore alle Politiche Economiche e del Lavoro, Daniela Toccafondi e introduce Alberto Magnaghi.